Il Comitato Kurdistan di Firenze ha come fine azioni di difesa dei diritti umani, civili e di cittadinanza per le popolazioni del Kurdistan.
Il Comitato nasce da cittadini consapevoli del fatto che le sorti della minoranza kurda avranno un’influenza diretta sulla tenuta democratica dell’Europa.
Il popolo kurdo è minoranza nei quattro Stati che si spartiscono il suo territorio: Turchia, che governa su 20 milioni di kurdi, Iran (7 milioni), Iraq (4 milioni), Siria (1 milione).
Gli sbarchi di profughi kurdi sulle coste italiane ed i kurdi che arrivano in Europa sono in gran parte rifugiati politici o persone che fuggono da situazioni di repressione e persecuzione.
La situazione è particolarmente grave in Turchia in quanto paese in cui risiede la maggior parte della popolazione kurda e dove vige una durissima repressione delle istanze autonomistiche, lingua, nomi, cultura da parte di corpi della polizia e dell’esercito.
E siccome la Turchia è un paese candidato ad entrare nell’Unione Europea, c’è da chiedersi quale influenza sull’Europa e sulle nostre democrazie potrebbe avere l’ingresso nell’Unione di un paese il quale nega a 20 milioni dei suoi cittadini nomi, lingua, letteratura, musica, poesia, folclore, nel quale vige la censura sulla stampa ed in cui vale l’arbitrio della polizia e dell’esercito nei confronti degli oppositori i quali possono venire incarcerati fino a 7 anni senza processo.
Nello scorso dicembre i militari intervennero nelle carceri per stroncare uno sciopero della fame dei detenuti politici contro l’isolamento e la tortura in vigore nel regime carcerario.
A seguito di tale intervento, che fece 30 morti, diverse delegazioni si sono recate in Turchia su richiesta del Comitato per i Diritti Umani.
Ciò che ne risulta è che la questione kurda fa in realtà emergere il problema della democrazia non solo in Kurdistan ma in tutta quanta la Turchia dove limitazioni alla libertà di riunione e di stampa, detenzioni arbitrarie, violenze sui familiari e sugli avvocati dei detenuti politici, fermi di polizia con pestaggi sono cose quotidiane.
A fronte del pericolo dell’accoglimento in Europa di un paese in cui vige tale tipo di realtà il Comitato Kurdistan di Firenze sostiene e partecipa a quelle iniziative che sostengono i diritti politici, civili e culturali delle minoranze, il rispetto dei diritti umani contro gli abusi da parte degli organi di polizia e dell’esercito.
La forma con cui intendiamo esprimere tale sostegno è quella della difesa dei diritti elementari dei prigionieri politici a partire da quello che è il diritto fondamentale: l’integrità della propria persona fisica.
Sono 11 mila i detenuti politici in Turchia, l’80% kurdi, spesso sottoposti a maltrattamenti, isolamento, torture.
Il sostegno che possiamo realizzare da quaggiù consiste in primo luogo di farli sentire meno soli.
Similmente a quanto realizzato in altre parti d’Italia il Comitato Kurdistan di Firenze lancia una campagna di adozioni di prigionieri politici, rivolta a famiglie, singoli, associazioni.
L’adozione avviene con un rapporto con la famiglia della carcerata/o mediato dall’Associazione TUAD-DER (Associazione familiari detenuti politici).
Chi adotta si impegna per un versamento di 25$ al mese per la durata di un anno. Tali importi vengono depositati presso la Banca Etica e trasferiti alla famiglia del prigioniero.
La corrispondenza intrattenuta con la prigioniera/o o con la sua famiglia viene tradotta ed inoltrata sempre a cura dell’Associazione TUAD-DER.
Siamo consapevoli che tale azione, che per noi ha un costo sopportabile, non solo è di grandissimo aiuto materiale e morale per chi vive costretto a subire isolamento e violenza, ma crediamo anche in tal modo di dare un piccolo contributo alla convivenza ed alla democrazia in Europa ed a casa nostra.
Il Comitato Kurdistan di Firenze ha per E-mail: Kurdistanfirenze@tin.it
Tel: 03384194878 ; 03283245816