Incentivare il consumo di una nuova gamma di prodotti "ecologici" anche grazie a una riduzione dell'Iva, e ad aiuti di Stato in favore dei produttori.
È una delle idee chiave del libro verde sulla cosiddetta "PIP" (politica integrata dei prodotti) adottato dalla Commissione europea il 7 febbraio 2001.
Il documento, che è stato al centro di una discussione pubblica a Bruxelles l'8 e il 9 marzo - e che è aperto anche alle osservazioni dei cittadini europei, delle associazioni e delle imprese, di cui si terrà conto nella redazione di una nuova comunicazione sulla materia, prevista per la fine del 2001 - indica l'obiettivo di una produzione eco-compatibile, che assicuri prodotti riciclabili, totalmente sicuri per la salute e per la cui fabbricazione venga utilizzato un quantitativo ridotto di energia e risorse.
Per raggiungere un tale obiettivo, però, l'idea non è quella di imporre una serie di limiti e divieti, ma di agire secondo le leggi di mercato, con incentivi e premi alla produzione, al fine di sviluppare una competizione virtuosa tra le imprese.
La "politica integrata dei prodotti" prefigurata dalla Commissione prevede sostanzialmente tre piani di intervento. Prima di tutto, il rafforzamento della domanda di "eco-prodotti" non solo da parte dei consumatori (oggi più ricettivi a causa di vicende drammatiche come quella di "mucca pazza", ma anche grazie a una più sviluppata sensibilità ambientalista), ma anche delle amministrazioni pubbliche.
Tutto ruota ovviamente intorno alla capacità di fornire un'informazione completa e credibile sui prodotti offerti. In secondo luogo, va sviluppata parallelamente l'offerta da parte dei produttori. Esempi di questo tipo - che dimostrano come il "mercato verde" può essere un affare - già esistono: dalla moltiplicazione dei marchi "bio" nel settore agro-alimentare all'esperienza di imprese industriali come la Electrolux o la Ranx Xerox. La prima ha aumentato di oltre il 300% in due anni il fatturato di una fascia di elettrodomestici che consumano minore energia.
La seconda ha messo a punto una tecnologia per il riciclo e il riutilizzo di fotocopiatrici che solo nel 1995 ha già garantito un risparmio di quasi un miliardo di euro, e, soprattutto, la mancata immissione nell'ambiente di 750mila tonnellate di sostanze inquinanti.
Il terzo perno della PIP sta nel meccanismo di fissazione dei prezzi. Gli strumenti da utilizzare per raggiungere l'obiettivo, dice il documento di Bruxelles, potrebbero includere un sistema di tassazione differenziata: aliquote IVA ridotte per i prodotti contrassegnati dalla "ecolabel"(marchio europeo di qualità ecologica) e il ricorso a misure come gli aiuti di Stato in campo ambientale (praticamente il solo tipo di aiuti oggi consentiti dalla legislazione comunitaria).
"Se i produttori riducono l'incidenza sull’ambiente della loro merce e quindi il costo ambientale generale - sostiene la commissaria europea all'ambiente, Margot Wallström - è giusto che essi beneficino di un trattamento di favore sul piano fiscale, così come in materia di aiuti di Stato".
GV