Sono i protagonisti di "Osceno Vaudeville" di Ugo Chiti, con Anna Maria Torniai. Con questo spettacolo torna un testo scritto e diretto da Ugo Chiti, uno dei più importanti commediografi contemporanei.
In scena stavolta non la compagnia che da anni collabora in maniera stabile con il drammaturgo toscano (l'Arca Azzurra), ma un gruppo di attori di valore con in primo piano una coppia di interpreti da tempo assenti dai nostri cartelloni e spesso protagonisti nelle ultime produzioni firmate da Luca Ronconi: la 'toscanissima' Ilaria Occhini e Massimo De Francovich (lo ricordiamo protagonista straordinario di Filumena Marturano accanto a Valeria Moriconi).
Un insolito menage à trois quello di Andrea, Amelia e Arturo, in cui uno del trio, Andrea, è un omosessuale che, come un signorotto dispotico, usa gli altri due per soddisfare le sue fantasie e la sua complessa, tortuosa psicologia.
Accanto a loro, "gente di città", appena arrivati nella villa di campagna per la villeggiatura, Elvira la fattoressa e Matteo il giardiniere, un ragazzo dai robusti istinti animaleschi che subito attrae la curiosità di Andrea.
Sono loro che osservano con servile reverenza e secolare diffidenza contadina il trio, ben sapendo che quelli di città sono gente "strana" ed "estrosa".
Così due mondi vengono a contatto, borghesia e contado, ma il gioco perverso messo in atto da Andrea contagia tutti e non c’è scampo.
La corruzione agisce come l’insetto velenoso che punge Amelia, donna dal passato burrascoso, appena ha messo piede nella villa e ne arrossa e gonfia il collo con un bubbone repellente.
È lei la 'signora', donna dal passato burrascoso, che Andrea ha sposato un po' per nascondersi dietro lo schermo del matrimonio, un po' per usarla come esca sessuale.
E Arturo, il giovane amante 'ufficiale' di Amelia, ne farà le spese quando Andrea, attratto dal giovane Matteo e stanco del ménage che lui stesso ha favorito, se ne libera in modo brutale.
Una commedia che affronta con crudo realismo e spietata analisi i legami di un 'nido di vipere' che la società italiana, su quel confine impreciso tra mondo contadino e modernità non assimilata, produce più spesso di quanto si creda.
Nuovo ritratto della provincia toscana in questa commedia scritta quasi venti anni fa e che l’autore ha rielaborato per Ilaria Occhini e Massimo De Francovich; strizzando l’occhio a Cechov, Osceno vaudeville affronta con crudo realismo e spietata analisi i legami e le tensioni tra il mondo contadino ancora incontaminato e quello metropolitano-borghese ambiguo e ipocrita.