La Provincia organizzerà corsi di formazione professionale sulla sicurezza e la salute sul lavoro e insieme alle istituzioni scolastiche lavorerà per dare vita a percorsi formativi scolastici sullo stesso tema. Costituirà inoltre un punto di monitoraggio sui danni da lavoro, garantirà condizioni sicure per i propri lavoratori e per quelli dei cantieri di sue opere pubbliche, coordinerà i Comuni fino a predisporre veri e propri piani territoriali di qualità del lavoro. Sarà infine costituita la Commissione per l'emersione del lavoro irregolare prevista da una legge del dicembre del 1998.
Questi impegni sono tutti contenuti in una mozione della Commissione Lavoro del Consiglio provinciale, che è stata approvata con i voti favorevoli di quasi tutti gruppi del Consiglio: si sono astenuti Ccd e An.
L'assessore al Lavoro, Davide Filippelli, ha assicurato tempi brevi per la loro attuazione, mentre l'assessore Di Cintio ha ricordato come su alcuni punti della mozione la Provincia si sia già attivata da tempo ("abbiamo un preciso accordo con le forze sindacali per la sicurezza nei cantieri").
La Commissione sul lavoro nero sarà presto costituita, anche se norme in materia nuove e più efficaci sono state introdotte dal Governo con la Finanziaria di quest'anno. Partiranno anche corsi professionali e iniziative con le scuole, saranno monitorati i fenomeni, promossi confronti, portate le questioni sui tavoli ufficiali di concertazione con le categorie economiche.
La mozione approvata è stata illustrata al Consiglio dal presidente della commissione Lavoro Alessio Pancani. Nel documento viene stabilito un collegamento fra infortuni e precarietà dei rapporti di lavoro e fra flessibilità e ricorso a forme di lavoro irregolare e sommerso; si fa riferimento all'insufficienza dei controlli ed alla necessità di diffondere la cultura della prevenzione nella scuola e nel lavoro; si invitano Governo e Parlamento a concretizzare gli obiettivi del manifesto programmatico "Carta 2000" (approvazione di un testo unico, valutazione della sicurezza in sede di appalti pubblici, potenziamento dei controlli, premi per le aziende che si adeguano alle norme).
Le forme del lavoro possono cambiare, ha detto per il gruppo dei Ds Rosa Barone, ma il rispetto per i diritti e la dignità del lavoratore deve restare invariato.
Serve perciò una rivoluzione anche culturale, in attesa della quale sta ad ogni soggetto fare la sua parte. Anche alla Provincia, che può assumere un suo ruolo importante.
Sono troppo poche le imprese che investono sulla sicurezza, ha osservato il capogruppo di Rc Eugenio D'Amico. Quando vengono erogati aiuti alle imprese, ha aggiunto Sandro Targetti, sempre di Rc, dobbiamo pretendere il rispetto di sicurezza e legalità.
Non è solo un problema di imprese: per PierGiuseppe Massai anche la Provincia è inadempiente.
"Abbiamo visto operai precari lavorare sul tetto del palazzo che ospita gli uffici provinciali senza rispettare le norme di sicurezza", ha specificato il Ccd Alessandro Corsinovi, affermando che deve essere intensificata la lotta al lavoro nero anche nel caso delle ditte del sud aggiudicatarie degli appalti provinciali. Per Forza Italia Francesco Campigli ha respinto il collegamento fra maggiore competizione delle imprese, flessibilità e infortuni. Anche Demetrio Donati ha chiesto di emendare un passaggio del documento relativo al ministero del Lavoro che, secondo la mozione, ha condotto nel mese di maggio 2000 "una straordinaria azione di vigilanza", mentre il consigliere di Forza Italia chiedeva di modificare il testo in "un'azione di vigilanza straordinaria".
Meglio appalti più lenti ma cantieri più sicuri, ha detto Massimo Marconcini del gruppo del Pdci, che ha criticato le proposte di emendamento di Corsinovi, che non porterebbero maggiore concretezza alla mozione.
"Da un lato - ha osservato Enrico Nistri (An) tutti concordiamo sull'esigenza di una maggiore vigilanza in tema di sicurezza sul lavoro e sulla condanna di forme di precarietà che ledono i diritti fondamentali del cittadini e del lavoratore, dall'altra il Consiglio è diviso su una serie di emendamenti e su un giudizio di merito sull'ordine del giorno.
I problemi sono ingenerati dai temi 'sicurezza' e 'flessibilità', non eterogenei ma nemmeno coincidenti: su ciascuno si sarebbe dovuto fare una mozione"
Gli emendamenti proposti da Donati, Corsinovi e Campigli, relativi ad alcuni punti della premessa non sono stati accettati "per coerenza e per correttezza" dal Presidente della Commissione Pancani - alla cui valutazione ha rimandato il Presidente del Consiglio provinciale Eugenio Scalise dopo una mozione d'ordine avanzata dal capogruppo di Forza Italia Carlo Bevilacqua.
Sull'inopportunità degli emendamenti a un documento passato in Commissione si sono pronunciate anche le consigliere Barone e Campi e Giancarlo Girolami (Ds) che ha difeso la mozione nella sua interezza. Il documento, infatti, pone la Provincia come "punto di riferimento" su questi temi fino a prefigurare piani territoriali di tutela del lavoro.
I punti contestati sono stati votati per punti e comunque approvati con i voti della maggioranza e di Rifondazione comunista. Ma la votazione sul documento nel suo insieme ha registrato il voto positivo di tutti i gruppi e l'astensione di An e Ccd.
"Non è affatto vero che siamo in una situazione normale e tranquilla in Toscana e in Provincia di Firenze per i problemi della sicurezza sui luoghi di lavoro - ha detto Corsinovi (Ccd) - E' necessario tenere alto il livello di attenzione al fenomeno degli eventi infortunistici, talvolta drammatici, che si verificano anche in Provincia di Firenze".
"Purtroppo - ha continuato Corsinovi - la maggioranza non ha voluto accogliere nessuno dei nostri emendamenti che avrebbero migliorato il documento che, così com'è, diventa debole, poco coraggioso, scarsamente incisivo sulla drammatica realtà legata alla sicurezza e alla salute sui luoghi di lavoro".