Mucca Pazza: un geno-biocidio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 gennaio 2001 20:50
Mucca Pazza: un geno-biocidio

Questa sera la giunta del comune di Firenze al completo, con in testa il sindaco Leonardo Domenici, è a cena al ristorante il Perseus per mangiare l'ultima bistecca alla fiorentina.
Domenici lo aveva detto pochi giorni fa, scrivendo un editoriale sul Giornale della Toscana: “sono un amante della bistecca alla fiorentina e l’idea di doverne fare a meno mi intristisce”.
L’annuncio del responsabile alla sanità dell’Unione Europea David Byrne dell’intenzione di di eliminare la colonna vertebrale negli animali “oltre i 12 mesi, in cui non è dimostrabile che è altamente improbabile l’incubazione di Bse”, preoccupa il primo cittadino di Firenze.

E ieri ha lanciato la proposta di creare un vero e proprio marchio Docg sulla bistecca fiorentina che garantisca i consumatori sulla qualità della carne.
“La bistecca è uno dei simboli della città – ha sottolineato Domenici - Ristoranti, trattorie, macellerie sono nelle guide gastronomiche di tutto il mondo per questo taglio di carne che non ha uguali. La tradizione delle nostre terre mi fa pensare che i nostri allevamenti bovini siano sani. Che i mangimi usati rientrino nelle normative, e che nelle macellerie e sulle tavole arrivano prodotti che si possono consumare tranquillamente.


Mi auguro che dall’incontro dei ministri dell’agricoltura emerga una soluzione equilibrata, anche per evitare il rischio di un “mercato nero” della bistecca fuori da ogni controllo e altamente pericoloso”.
"Non possiamo più tacere il dolore per le atrocità inflitte agli animali -afferma in un documento l'associazione animalista e vegetariana Maremma Viva- passate sotto silenzio, se si eccettuano pochissimi casi. Si tratta di geno-biocidio provocato dagli uomini che, spinti dalla logica del guadagno, hanno commesso atrocità su cui neanche si fermano a riflettere.

Tali atrocità hanno ripercussioni nefaste documentate sull'intero pianeta, basti pensare ai sistemi degli allevamenti lager e al numero impressionante degli animali da macello.
Ci ribelliamo alla strumentalizzazione operata dai mass-media (in particolare i telegiornali della Rai si sono distinti nel propinarci immagini quotidiane vergognose da macello) in cui si dà voce solo al panico generalizzato di non poter mangiare più la bistecca e alla paura di contrarre la malattia, senza preoccupazione alcuna per l'animale ridotto a puro oggetto di consumo.
Chiediamo che venga data voce a un'argomentazione più equilibrata dove si dia risalto anche a sistemi alimentari alternativi e più salutari, quale segno di nazione civile non sottoposta soltanto al barbaro potere dei carnivori.
Per quanto riguarda l'aumento spropositato del consumo di carne equina, dichiariamo di batterci per la riduzione progressiva dell'uso di tale carne nell'alimentazione, non solo per i rischi che anche in questo caso l'uomo può correre per malattie non controllate all'origine nei cavalli e per gli stessi mangimi con cui sono stati nutriti anche i bovini, ma soprattutto per il rapporto particolare che l'uomo ha con il cavallo tanto da essere considerato un animale di compagnia.
E se vorremo allinearci con i Paesi più civili, dovremo arrivare alla completa eliminazione della carne di cavallo sulle nostre tavole.
Rivolgiamo infine un appello alla stampa e a tutte le associazioni e persone interessate perché vengano prese urgentemente le iniziative più efficaci e opportune per diffondere una maggiore sensibilità nei confronti delle specie animali, certi dell'assoluta improrogabile esigenza del ripristino di un equilibrio che le rispetti maggiormente".
"Tutto il fumo che si sta sollevando sulla questione serve a nascondere i veri problemi -dichiara Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc- ad oggi non esiste ancora la etichettatura completa delle carni (con luogo di nascita, modalita' di allevamento, ecc.), un terzo dei cibi controllati sono fuori legge (indagine Nas), l'87% dei mattatoi (dove viene macellato il 50% di tutto il bestiame) sono fuori norma igienica e sanitaria e possono rimanere attivi grazie ad un regime di proroghe, a Roma il 66% dei ristoranti e il 54% dei bar "so zozzi", cioe' hanno carenze igieniche (indagine Nas).

A condimento finale possiamo riportare le dichiarazioni della sottosegretaria alla sanita', Ombretta Fumagalli Carulli, a proposito della fiorentina: Dovevamo trovare un criterio che coniugasse la sicurezza del consumatore con esigenze di ordine politico e occorreva dare una risposta agli operatori della bistecca alla fiorentina. Insomma ognuno ha i sottosegretari che si merita".

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