E' il titolo dello spettacolo teatrale che la bravissima Lella Costa porterà in scena a Siena, al teatro dei Rozzi, mercoledì 31 gennaio e giovedì 1° febbraio 2001.“Succede che in questo mondo sempre più complesso si tenda costantemente ad una spaventosa semplificazione. Tutto deve essere rapido, conciso, facile”, con queste parole l’attrice introduce il tema della sua rappresentazione. E questa stessa riflessione è lo spunto proposto dall’Università di Siena al pubblico di Parole & Musica, la rassegna culturale che l’Ateneo organizza con successo già da vari anni e che, ogni volta, riesce a caratterizzarsi per l’alta qualità del cartellone presentato.
“Precise parole”, scritto a quattro mani da Lella Costa e Gabriele Vacis, che ne cura anche la regia, è una rilettura in chiave contemporanea e parodistica dell’Otello shakespeariano: un esempio di come la comicità possa a volte nascere dal dramma, di come le parole del grande drammaturgo inglese possano diventare un monologo esilarante. Una sola attrice in scena, una sola voce che interpreta più voci. Lella Costa è Otello, immigrato di colore trasferitosi a lavorare nel nordest del boom economico; è Desdemona, ragazza benestante che si innamora del Moro, affascinata dai suoi racconti di avventure in paesi esotici; è Jago, antieroe del nostro tempo, astuto faccendiere capace di anticipare le mosse degli avversari e di manovrare le situazioni a proprio vantaggio.
Una grande prova di recitazione per la Costa, che si muove con maestria da un personaggio all’altro, ricorrendo a continui e improvvisi cambiamenti di ritmo e all’uso di dialetti diversi, toscano, veneto, napoletano.Una rappresentazione forte, densa di significati, capace di denunciare il lato superficiale e grottesco dell’odierna realtà quotidiana. Una tragedia della gelosia, certo. Ma, ancora di più, del linguaggio. Il tradimento, prima di tutto, è quello delle parole che si riflette nei comportamenti e negli stati d’animo: la spregiudicatezza di Jago contro la rettitudine di Otello, rapidità contro leggerezza, modernità contro eternità, “innocenti in galera e assassini che cantano vittoria”, come insegnava Shakespeare.