Smaltimento delle carcasse dei capi di bestiame. L'interpretazione delle relative circolari risulta controversa, anche in termini di costi. La Provincia di Firenze chiederà chiarimenti al Ministero su questo aspetto. La decisione è stata presa stamani in un incontro in Palazzo Medici Riccardi, durante il quale Raffaello Betti, direttore della Coldiretti provinciale, ha consegnato stamani al Presidente della Provincia Michele Gesualdi e all'assessore all'agricoltura Mario Lastrucci, una proposta di 'Intervento straordinario per la rigenerazione del patrimonio zootecnico'.
Si tratta di un piano quinquennale che "evita la difesa corporativa", ha detto Betti, ma che consentirebbe l'abbattimento di eventuali capi di bestiame infetti o a rischio in un quadro di sostegno agli allevatori e a una maggiore serenità alimentare. Si punta ad attivare, per il nostro Paese, risorse per 10 mila miliardi. A causa della vicenda 'Mucca pazza' in Toscana si registrano danni alle stalle per 2 miliardi a settimana, dovuti alla mancata commercializzazione dei capi, al calo del prezzo della carne e agli oneri di macellazione.
"Bisogna tornare a creare condizioni di agricoltura sostenibile - ha aggiunto Betti - Non si possono creare, come è stato fatto, allevamenti senza terra per il foraggio.
A causa delle quote, L'Italia dovrebbe importare soia dall'estero per dare al bestiame proteine da sostanze vegetali e non da farine animali. Ma la soia proveniente dall'estero è transgenica".
"Apprezziamo la proposta della Coldiretti - hanno detto Gesualdi e Lastrucci - perché non ispirata a emotività. Di fronte a un problema così importante, come quello evidenziato dalla Bse, la cui complessità non è stata ancora del tutto esplorata in termini scientifici, la priorità da assumere è quella della salute dei consumatori da una parte e dall'altra di un sostegno agli allevatori perché non soccombano di fronte al crollo dei consumi".
Circa la questione 'bistecca alla fiorentina', il Presidente ha osservato che è sbagliato ragionare in termine di "carni senza osso", perché "il problema è sapere se ciò che mangiamo appartiene ad animali sani nella loro interezza e non solo in una parte. A mio avviso se l'animale è sano si può mangiare la bistecca con l'osso e il resto, altrimenti no".
“Sono molto preoccupato per le notizie che arrivano da Bruxelles -afferma il Sindaco di Firenze- Penso sia necessario creare un vero e proprio marchio Docg sulla bistecca fiorentina che garantisca i consumatori sulla qualità della carne”, lo ha detto il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, non appena appresa la notizia dell’annuncio del responsabile alla sanità dell’Unione Europea David Byrne.
“Leggo sulle agenzie che la Commissione Europea – aggiunge Domenici - intende eliminare la colonna vertebrale negli animali oltre i 12 mesi, in cui non è dimostrabile che è altamente improbabile l’incubazione di Bse. Una scelta di difficile attuazione dal punto di vista tecnico, come spiegano gli operatori del settore (almeno per il momento) e che avrebbe come riflesso solo quello di colpire proprio la bistecca alla fiorentina”. Mi auguro che dall’incontro dei ministri dell’agricoltura emerga una soluzione equilibrata, anche per evitare il rischio di un “mercato nero” della bistecca fuori da ogni controllo e altamente pericoloso.
La tradizione delle nostre terre, la qualità dei nostri allevamenti ha sempre garantito carne di qualità: sono già trentotto gli allevamenti che hanno ottenuto il “marchio” biologico, mentre altri trenta ne hanno fatto richiesta e sono in attesa di un riconoscimento. "