Gene Gnocchi venerdi 26 Gennaio al Teatro Politeama Pratese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2001 01:06
Gene Gnocchi venerdi 26 Gennaio al Teatro Politeama Pratese

La responsabilità dei bidelli nel periodo estivo...quale mai sarà? Ce lo spiega nel suo esilerante spettacolo Gene Gnocchi che fin dal titolo sembra non voler smentire la propria fama di "virtuoso" del gioco comico, sagace e spiazzante. Gnocchi, personaggio particolarmente interessante nel panorama della comicità italiana contemporanea, ama proporre divertenti monologhi che consistono il più delle volte nel racconto di storie assurde e strampalate condotte con folle coerenza. Sarà cosi anche per lo spettacolo in programma nella nostra stagione che è stato scritto "a quattro mani" dal comico stesso e da Francesco Freyrie, ed è stato messo in scena per la regia di Daniele Sala.

E promette davvero bene l'oggetto su cui Gnocchi ha scelto questa volta di dirigere la sua disincantata e spassosa curiosità: il bidello nel suo periodo di riposo. Lo immaginerà disteso sulla spiaggia fin dalle prime luci del mattino. " Dall'oscurità - anticipa il comico nel suo esilarante racconto - emergono, come mozzarelle dal caglio nei vasconi dei pizzaioli, la porzione di un avambraccio, il segmento di una coscia, lembi di pelle lattiginosa che luccica nella luce del mattino. E finalmente, illuminato da un raggio di sole, vediamo il bidello, 256 chili, che non è più un uomo ma un involucro teso sopra celle di grasso montate a neve.

Un altro raggio, rimbalzando sulla targhetta metallica del frigo portatile della Moplen (dove tiene le birre ghiacciate), lo colpisce negli occhi e lui comincia a pensare...". Proprio il pensiero ed il parlare continuo "di tutto e di niente" di questo bidello "...infilzato allo sdraio come un insetto lucido e sudato", sarà seguito da Gene Gnocchi che, in veste di autore nonché di protagonista assoluto, ce lo restituirà sul palcoscenico nel suo stile irresistibile, ricco di battute sottili e di humour spregiudicato e colto.

Per la prima volta sul palcoscenico pratese, il teatro di Pippo Delbono presenta ESODO dal 17 al 21 gennaio 2001.
Con la sua compagnia di teatranti formata per metà da attori professionisti e per metà da personaggi emarginati della nostra società, il regista porta in scena la condizione di chi è esule e vive ormai solo di ricordi.

Emergono dal buio figure quotidiane, persone all'apparenza normali, con i volti imperturbabili che narrano fugacemente il dolore e la violenza subiti e poi spariscono senza lasciar alcun traccia; si parla di un paese lontano, di volti e nomi, delle fiamme che hanno distrutto tutto, della guerra; senza pathos, ma con la semplicità e l'umiltà di chi è sopravvissuto. Solo la voce di Delbono irrompe ogni tanto e urla frasi amare che spazzano via l'illusione e impongono la triste normalità del reale.

Egli cita Brecht, Primo Levi, Pasolini e con amarezza denuncia la paura e il disagio di chi non ha più una terra dove vivere oppure è in perenne fuga da dittature e guerre fratricide. Rimane solo la dolcezza della speranza suggerita dalle buone e umane parole di Chaplin.

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