Il pericolo di un maggiore deficit dell’Istituto di Montedomini e, soprattutto, un concorso che non convince per l’assunzione di un educatore professionale sono al centro di un’interrogazione della capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri e di un esposto alla procura delle rappresentanze sindacali di base. «Da qualche settimana - ha spiegato la capogruppo di Rifondazione Comunista - nella struttura di via Canova sono stati trasferiti, da Montedomini, 60 anziani. Altri 40 ospiti saranno invece trasferiti al nuovo centro San Silvestro nel mese di gennaio».
Secondo la Sgherri «gli attuali 160 dipendenti di Montedomini rischiano di andare in esubero, anche perché il protocollo d’intesa Comune di Firenze, azienda sanitaria locale e, Montedomini, che prevedeva la mobilità del personale all’interno delle strutture delle Asl, non è stato realizzato». «Cosa più grave - ha aggiunto la Sgherri - è che l’amministrazione di Montedomini, dopo anni di blocco delle assunzioni, ha bandito un concorso per un solo posto di educatore professionale, poi assunto nei giorni scorsi».
«Nel momento in cui tutto personale di Montedomini è in esubero perché gli ospiti sono diminuiti della metà - si è domandata la capogruppo di Rifondazione - come mai si è deciso di assumere un nuovo operatore? Non andrà a finire anche lui nelle liste di mobilità?». «Infine - ha aggiunto la Sgherri - l’annuncio dei sindacati di base di uno sciopero di cinque giorni, per l’8,9,10,11, 12 gennaio prossimi, conferma che la linea adottata dall’assessore Billi non è quella migliore: non si può e non si deve escludere dal tavolo delle trattative per l’attuazione del piano di mobilità un sindacato aziendale che raccoglie più del 30% dei lavoratori.
Spero che Billi riveda la risposta ad una mia precedente interrogazione quando, in Consiglio comunale, aveva affermato che mai avrebbe ricevuto una delegazione aziendale dei sindacati di base ma che la sua trattativa con i sindacati provinciali confederali era stata così buona che anche le rdb avevano revocato lo sciopero. Mai come in passato dichiarazioni come queste si sono rivelate sbagliate e non confermate dai fatti». «Il rischio - ha concluso la Sgherri - è che la situazione diventi sempre più grave visto che siamo arrivati a chiedere l’intervento della magistratura ed a proclamare uno sciopero di cinque giorni.
Speriamo che la Befana porti a Billi, oltre al carbone, un invito ad una maggiore attenzione e sensibilità».