Pochi titoli possono vantare un albero genealogico altrettanto ricco di nomi e talenti. Alle origini è uno straordinario racconto che Melchior Lengyel scrisse nel 1934, Ernst Lubitsch ne trae nel 1939 un film per l’interpretazione di Greta Garbo, che diviene presto uno dei " cult" film della diva ( e tra gli sceneggiatori vi è nientemeno che Billy Wilder!), nel 1950 Gilbert Sauvajon, uno dei grandi maestri della commedia francese, dà alla vicenda quella veste teatrale con la quale ebbe la sua definitiva consacrazione.
La storia è un felice connubio di attualità e di universalità, di cronaca e di favole. Attualità e cronaca sono nella vicenda: una divertente satira di costume ambientata a Parigi, negli anni ’30, non molto dopo la rivoluzione sovietica, quando la "ville lumière" è piena di principi russi sfuggiti alla severa dittatura dei " rossi". E’ qui che una commissione sovietica incaricata di recuperare un " Raffaello" fuoriuscito, ed impigrita tre le spire della bella vita parigina, come Rinaldo nel giardino di Armida, si vede minacciata dalla visita di controllo di un commissario del popolo.
Il commissario in effetti arriva, intransigente e severo , come ogni commissario sovietico che si rispetti. La sola nota particolare è che si tratta di una donna: Ninotchka.