Sarà un ritorno all’antico, ma con funzioni del tutto nuove, quello dei lavatoi dei Pispini che avranno la loro grande vasca centrale, come nel progetto del 1892, scavata nel pavimento e circondata da piccole gradinate per assistere agli spettacoli di luci e suoni creati con l’acqua che zampilla e sgorga dalla fila di lavatoi superstite. Questi ultimi verranno restaurati nella struttura ma, al posto dei fontini, il fondo delle vasche sarà rivestito da mosaici colorati, che creeranno una sagoma ondulata, in modo da esaltare i riflessi dell’acqua che scorre.
La proposta di recupero – presentata dall’architetto Paola D’Orsi del Comune di Siena – evoca ogni fase della storia dei lavatoi, e valorizzare la presenza dell’acqua, elemento senza il quale il luogo avrebbe avuto una caratterizzazione diversa.
L’intervento è parte integrante della ricerca "L’acqua, le donne e lo spazio urbano" realizzata per conto dell’Amministrazione comunale, da Caterina Cataldo, Carla Galardi, Patrizia Marrangoni e Micaela Sinibaldi e si articola in tre temi: il restauro della torretta del complesso del "Vita Eterna", il recupero e riuso dei lavatoi di Porta Pispini e la realizzazione di un percorso pedonale all’interno della cerchia muraria tra Porta Pispini e Porta Romana. Il Complesso del Monastero detto di "Vita Eterna", che ebbe origine ad opera di alcune terziarie domenicane ai primi del ‘500, è stato recentemente ristrutturato: oggi ospita il Centro Diurno per Anziani "La Mimosa", il Museo per Bambini e gli spazi per l’associazione "La lunga Gioventù"; è rimasta esclusa dalla ristrutturazione solo la torretta, collegata al resto dell’edificio da un loggiato aperto sulla valle.
Il progetto ne prevede il recupero e il riuso come laboratorio di cucina aperto alle realtà presenti nel complesso e nel territorio (Contrada, Scuole, ecc.).
L’altro nodo tematico è appunto quello del recupero dello spazio dei lavatoi di Porta Pispini dove per l’adduzione dell’acqua si potrà utilizzare una cisterna, interrata sotto porta Pispini, già destinata a raccogliere il troppo pieno della fontana in corso di restauro per la ricollocazione nel sito originario. In questo modo sarà l’acqua della contrada a nutrire un luogo così intimamente legato alla vita del rione.
Lo spazio di fronte ai lavatoi sarà sistemato con tappeti di erbe aromatiche, con un piccolo spazio per rappresentazioni e giochi, e con un labirinto di piante odorose.
La nuova struttura verrà inserita in un sistema di percorsi che, a partire dai lavatoi di Porta Pispini, raggiungerà Porta Romana passando a valle dell’area di attività della Pania, ed intercettando un’altra fonte di cui si prevede il restauro.
L’idea-guida è stata quella di coinvolgere tutti i sensi attraverso il tema dell’acqua: gli odori e i sapori delle erbe e del laboratorio di cucina, le luci ed i suoni dei giochi d’acqua, e la possibilità di toccare il fluido che scorre e zampilla, vogliono costituire uno stimolo per le percezioni, amplificate dalla presenza storica delle risorse idriche in questo luogo.