Se ne parla martedì 12 dicembre (21:15) a Villa Vogel.
In base alla normativa in vigore, quando scade il brevetto su un farmaco questo può essere prodotto e commercializzato come generico, uguale come composizione alla specialità corrispondente ma con la semplice denominazione chimica della sostanza attiva, invece del nome di fantasia. Il farmaco generico garantisce dunque le stesse identiche prestazioni della specialità, pur costando per legge almeno il 20% di meno. Si calcola che la diffusione dell’uso dei generici al posto delle specialità corrispondenti comporterebbe un risparmio per il servizio sanitario nazionale di circa 200 miliardi per il solo anno 2000, oltre al risparmio diretto per le tasche dei cittadini.
I denari pubblici così risparmiati potrebbero essere utilmente impiegati per migliorare la qualità dei servizi sanitari, che ne trarrebbero dunque un doppio vantaggio.
Negli Stati Uniti e in diversi paesi europei i farmaci generici sono largamente diffusi (in Danimarca superano ormai il 50% del mercato dei medicinali). L’Italia può incamminarsi sulla stessa strada, se c’è la collaborazione di tutti i soggetti interessati: medici e farmacisti, in primo luogo, ma anche i cittadini-utenti, che ne sarebbero i principali beneficiari.
Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte. La Regione Toscana ha in corso di attuazione un progetto di informazione.
