Va in scena al Teatro Studio di Scandicci martedì 31 ottobre alle ore 21.15, con replica mercoledì 1° novembre alle ore 21.15, presentato dagli studenti dell’Istituto superiore tecnico-scientifico Russell-Newton di Scandicci diretto da Rita Lusini.
“Macbeth”di William Shakespeare è, per i giovani di un laboratorio teatrale scolastico, un testo difficile, addirittura “off limits”.
L’atmosfera cupa e inquietante, la follia omicida, il rimorso tardivo e penoso del protagonista Macbeth e il doloroso sottrarsi alla vita di Lady Macbeth, fanno di questa tragedia di Shakespeare uno di quei testi adatti solo a grandi attori, maturi e di timbro drammatico.
Tanti e tali ostacoli non hanno scoraggiato i giovani del Russell - Newton che, sfidando il “divieto d’accesso”, hanno allegramente stravolto “Macbeth” attraverso la contraddizione e l’ironia.
Con un metodo, del resto, sicuramente consono allo stile di Shakespeare che amava la molteplicità comica, drammatica, tragica. Se è vero che in Shakespeare “la commedia ci consente di sorridere delle incongruenze del genere umano, e la tragedia ci suggerisce che tali incongruenze provocano più dolore che riso” forse non si rivolterà nella tomba nel vedere ciò che questa banda di ragazzi è stata capace di fare al suo “Macbeth”.
“ Macbeth - Off limits “ è la rivincita della parte sbagliata dell’umana natura: quella ferina, grottesca e incosciente.
E’ tragedia e farsa, dove l’oscurità della passione e l’avidità dell’ambizione prendono toni da commedia e l’essenziale tragicità del destino dei personaggi è ribaltata continuamente nell’ironia.
L’uomo Macbeth vive in contraddizione con il suo doppio: Macbeth Uno è l’attore tragico e coerente al dramma, Macbeth Due è il buffone, il clown, specchio grottesco dell’attore.
Lady Macbeth è matrice del femminile terribile che si replica in tutte le attrici presenti in scena sotto forma di strega, sensuale ninfetta o signora della notte.Un Super - Personaggio ossessivo, capace di enorme stupidità, colpa enorme, ed enorme espiazione.
Le Streghe presiedono al destino degli uomini ascoltando improbabili commedie radiofoniche, i demoni prendono la forma di balocchi infantili, i guerrieri sono fifoni e fantasmi eccellenti si fanno quattro chiacchiere tra loro.
La coppia crudele gioca all’omicidio spensierato e la strega di Biancaneve porge pugnali invece che mele.
Le più assurde divagazioni si mescolano ai tragici, e classici, monologhi.
Eppure, in questa continua altalena fra tragedia e farsa, appaiono ancora più urgenti gli interrogativi sul nostro “essere o non essere”, sul nostro agire e reagire, sulle nostre conflittualità.
L’infernale macchina del destino ci appare ancora più terribile ed efficace.