“Alla luce del nuovo Fondo sociale europeo un centro di formazione gestito ad esempio da un’amministrazione provinciale è inammissibile –spiegava a NOVE Mauro Grassi, Presidente dell’Agenzia formativa di Firenze e ricercatore dell’Irpet, presentando ieri presso l’Agenzia formativa di Empoli un corso per Tutor aziendale- Se questa cultura non si impone in Toscana, io sono pronto a dimettermi. Non siamo più credibili se continuiamo a costruire bandi ai quali poi partecipiamo direttamente, o per interposta persona.
E’ un corto circuito che possiamo evitare solo con una nuova filosofia: quella che trasforma i vecchi Centri in pool di cervelli che facciano solo programmazione e controllo, in regime di trasparenza assoluta. La formazione deve essere lasciata ai privati, alla comunità (corretti gli esempi del Polimoda e della Scuola di scienza aziendale), mentre la parte pubblica deve riservarsi il ruolo direzionale e la valutazione di qualità sarebbe bene fosse affidata a nuclei composti da professionisti esterni.
Ma ripeto: non abbiamo più bisogno di gestori pubblici, quanto di animatori sociali capaci di mettere insieme”.