E' il titolo di un volume di Massimo Carboni, presentato giovedì 19 ottobre 2000 (ore 17.30) alla Biblioteca Labronica "F.D. Guerrazzi" (Bottini dell'Olio, Via del Forte San Pietro 15) a Livorno.
Questo libro indaga il difficile rapporto tra pensiero filosofico e arte nel Novecento. "Non vedi niente lì?", chiede Amleto alla Regina sua madre indicando il fantasma del Re assassinato. "Proprio niente", risponde lei. La stessa domanda, tre secoli dopo, sembra tormentare la filosofia al cospetto dell'esperienza estetica.
Ancora un caso di cecità? Oppure è l'arte contemporanea (il glamour, l'ipertecnologia applicata, la trasgressione patinata) a non sapersi emancipare dalla cronaca di costume? E' ancora l'arte un'"esperienza decisiva"? All'interno di questo scenario, dopo una parte introduttiva, un "Crocevia" già denso di spunti problematici, l'Autore de Il Sublime è Ora si inoltra in quattro "Sentieri", corrispondenti ognuno all'opera di un grande filosofo del Novecento (Deleuze, Gadamer, Gehlen, Merleau-Ponty) che ha lasciato attraversare il proprio pensiero dal rapporto con le arti moderno-contemporanee.
Da Cézanne a Bacon, da Rothko a Pollock, dalla performance al teatro d'avanguardia, dalla musica contemporanea al sistema commerciale dell'arte, si spalanca un orizzonte di riferimenti mobili e di intrecci tra i diversi linguaggi artistici che sembra la cifra stessa del passaggio al nuovo Millennio.