Il Museo Marino Marini ospita una mostra dedicata allo scultore toscano Libero Andreotti (1875-1933), curata da Silvia Lucchesi e Claudio Pizzorusso e promossa in collaborazione con Banca Toscana nell'ambito del progetto Memoria del Novecento/Arte d'oggi.
Oltre ottanta opere andreottiane, tra bronzi, disegni e illustrazioni, sono avvicinate a circa cinquanta capolavori di artisti tra i quali Auguste Rodin, Medardo Rosso, Rembrandt Bugatti, George Minne, Paul Troubetzkoy, Leonardo Bistolfi, Galileo Chini, Emile-Antoine Bourdelle, Aristide Maillol, Ernesto De Fiori, Wilhelm Lehmbruck, Georg Kolbe, Maurice Denis, Oscar Ghiglia, Felice Carena, Ferruccio Ferrazzi, Arturo Martini, Gio Ponti e altri, provenienti da importanti musei europei, nazionali e da collezioni private.
Tali accostamenti rivelano la complessità della vicenda plastica di Andreotti nella quale confluirono memorie e suggestioni di esempi figurativi antichi e moderni.
Concepita in nove sezioni che indagano i differenti momenti della sua attività, la mostra procede attraverso un originale percorso espositivo à rebours risalendo nel tempo, dal suo ultimo periodo (1926-33) alle opere giovanili degli inizi del secolo (1898-1908).
Nella mostra, i temi biografici andreottiani si intrecciano con gli aspetti più ampi delle ricerche contemporanee dell'arte europea.
Si comprende, così, come le ultime modernissime opere dello scultore toscano aprano la strada su cui si porranno protagonisti come Arturo Martini e Marino Marini. Inoltre vengono indagati il momento dell'insegnamento di Andreotti all'Istituto d'Arte di Firenze, le difficoltà dello scultore di misurarsi con l'attività monumentale, l'arte sacra, il quattrocentismo e il cézannismo, il tema della danza ispirato dal successo dei balletti russi, la sua attività nel campo delle arti applicate e la collaborazione con Gio Ponti per la Manifattura Richard Ginori, il simbolismo e l'impressionismo, infine la sua attività di illustratore e caricaturista.
Il catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale, contiene un'ampia nota biografica sullo scultore, un prologo di Raffaele Monti e saggi critici di Anna Rita Caputo, Giovanna De Lorenzi, Alessandra Giannotti, Laura Lombardi, Silvia Lucchesi, Claudio Pizzorusso, Sergio Rebora e Giovanna Uzzani.