Sull'accordo raggiunto tra il Comune di Firenze, la Prefettura e i rappresentanti delle Comunita' senegalese e cinese sull'uso degli spazi per i "tappetini" interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
"Nel comunicato stampa di Prefettura e Comune, si legge letteralmente E' stato da tutti condiviso che nel centro storico della citta' non deve svolgersi alcuna forma di commercio ambulante abusivo. L'abbiamo letta e riletta, per evitare cattive interpretazioni, ma è proprio come la riportiamo, per cui ne deduciamo che il commercio abusivo sarebbe ammissibile fuori del centro storico.
Sembra una battuta, ma e' la realta' di chi, di fronte ad un problema reale, sa solo trovare soluzioni pietistiche -la parola giusta che abitualmente viene usata in queste circostanze e' solidaristiche- che, spostando il problema fisicamente e temporalmente, lo aggravano e inaspriscono gli animi di tutti, tappetari e commercianti inclusi.
Nello stesso comunicato si legge anche che verra' creata una zona apposita (nel frattempo ci saranno assegnazioni temporanee di spazi) e che non sara' tollerata la vendita di merce contraffatta.
Se questa e' la nuova politica di Graziano Cioni neo-vicesindaco, abbiamo l'impressione che siamo solo tornati indietro, perche' in cio' che è stato deciso oggi in Prefettura si sono sfondati i muri dell'ovvio e affermato il diritto alla violazione delle leggi.
Il muro dell'ovvio e' che tutti si sono trovati d'accordo nel fatto che il commercio abusivo non si deve fare (tranne che in periferia!) e che non si deve vendere merce contraffatta, mentre si e' stabilito che in alcuni posti si puo' vendere senza licenza.
Questo per ora dovrebbe calmare gli animi, ma siccome e' un deja-vu che in passato ha dato risultati negativi, siamo proprio convinti del contrario.
Se un commerciante, soprattutto ambulante, che paga l'affitto per il posto in questo e quell'altro mercato e che deve avere una licenza per esercitare il suo mestiere, si arrabbiasse, avrebbe ragioni da vendere, di fronte alla quale la "solidarieta'" non avrebbe alcun effetto.
E allora, come fare?
La soluzione c'e', ma si fa finta che non esiste, perche' sarebbe troppo scomoda.
Partendo dal presupposto che la legge e' uguale per tutti, e preso atto che le nuove leggi non sono in grado di soddisfare l'attuale esigenza del commercio, la cosa migliore non e' certamente creare commercianti di serie A e commercianti di serie B, ma cambiare la legge in modo che tutti (anche chi ha nuove esigenze) possano esercitare questo mestiere: quindi, levare ogni forma di autorizzazione per il commercio ambulante, a tutti, e limitarsi a indicare i luoghi in cui esercitarlo e la equa spartizione degli stessi.
Si arrabbierebbero i commercianti? All'inizio è probabile, cosi' come fanno quando gli si chiudono le strade al traffico veicolare, ma poi ne vedrebbero il risparmio e il vantaggio per tutti e ne diventerebbero sostenitori.
E i nuovi commercianti col tappetino non sarebbero trattati da miserabili a cui si fa la carita', ma da persone con uguali diritti e doveri".