Dalla bozza della sbobinatura diffusa nelle settimane scorse per documentare i contenuti dell'audizione dei sindaci, di ASL e di ARPAT sull'Alta Velocità da parte della Sesta Commissione Consiliare della Regione Toscana avvenuta il 29 giugno scorso, audizione richiesta affinché il Consiglio fosse opportunamente istruito prima di pronunciarsi il 26 luglio in merito ai gravi danni ambientali in corso, si ricavano alcune indicazioni preoccupanti sul "caso Sesto".
Agli atti della Commissione Ambiente e Territorio, infatti, non giacciono solo le deposizioni orali e scritte rese dall'associazione di volontariato Idra, dai rappresentanti del Comitato di Sesto e da un genitore del nido Alice, ma anche le osservazioni critiche e le preoccupate anticipazioni di organismi istituzionali, come l'Azienda Sanitaria di Firenze.
Nell'illustrare l'attività di vigilanza sull'impatto che la preparazione dei cantieri e dei campi base e l'inizio di alcune lavorazioni hanno già avuto sulla popolazione, e quindi tutti i problemi di polverosità, rumore ed inquinamento atmosferico, il dottor Giorgio Garofalo, responsabile per l'ASL dell'Igiene Pubblica a Sesto Fiorentino in relazione ai cantieri TAV avrebbe rilevato che quello dell'asilo nido Alice è un caso emblematico di come le cose hanno trovato l'Azienda Sanitaria non completamente in sintonia con quelle che erano state le premesse, le promesse e le scelte della Amministrazione pubblica.
L'Azienda, avrebbe riferito il dottor Garofalo, si è trovata in difficoltà per la vicinanza del cantiere di Sesto Fiorentino rispetto a questo punto recettore abbastanza particolare che era una scuola materna con asilo nido: l'asilo nido avrebbe dovuto essere spostato già da tempo, cioè da prima dell'inizio dei cantieri. Ma così non è stato, conclude amaramente il dottor Garofalo, che individua esplicitamente nella cantierizzazione di Sesto, un tessuto densamente abitato e popolato, la fase più delicata degli impatti.
Da parte sua il responsabile per l'ASL dell'Igiene del lavoro, dott.
Giuseppe Petrioli, avrebbe evidenziato rischi non indifferenti per la sicurezza nella galleria di servizio che si dovrà scavare a fianco del tunnel per i treni sotto Monte Morello, e che Cavet e TAV secondo il nuovo progetto intenderebbero utilizzare anche come cunicolo di servizio per aprire dei fronti che consentano di aggredire la galleria di Vaglia anche dalla zona centrale della galleria. Si tratta infatti di un cunicolo stretto, con un accesso molto più stretto delle finestre che vengono normalmente utilizzate per accedere alle gallerie, e quindi in caso di emergenza si creerebbero problemi non da poco.
Il tutto, conviene ricordare, in un contesto nel quale - secondo lo stesso dottor Petrioli - gli infortuni sono un punto dolente nella cantierizzazione TAV perché l'attività lavorativa è ad altissimo rischio.
Sorprende dunque che la massima autorità sanitaria presente sul territorio sestese, e cioè il sindaco, non risulti essere intervenuto all'audizione né in prima in persona né attraverso propri delegati. Per quanto è possibile desumere dalla bozza di sbobinatura relativa all'incontro coi sindaci del 29 giugno, il presidente della Sesta Commissione Sirio Bussolotti avrebbe avviato i lavori spiegando come - dopo la richiesta di audizione inoltrata da Idra - la Sesta Commissione abbia deciso di allargare il confronto ascoltando i sindaci del Mugello e del Comune di Sesto Fiorentino, il Presidente della Comunità Montana , l'Arpat e l'ASL.
Tutti rigorosamente presenti, tranne Sesto.
Sesto Fiorentino non ha beneficiato ancora di un momento pubblico di verifica e di dibattito sulle conseguenze dei cantieri, come è invece successo per il Mugello, per iniziativa dell'Osservatorio Ambientale nazionale, nel convegno a Borgo San Lorenzo del 4 novembre '99. Diversamente dalle Amministrazioni del Mugello quella di Sesto Fiorentino non sembra aver ritenuto utile dotarsi di un organismo di consulenza tecnico-scientifica multidisciplinare come l'OAL (l'Osservatorio Ambientale Locale), presente in Mugello e in Alto Mugello da anni, fornito di un comitato di esperti autorevoli (un geologo, un ingegnere idraulico, un trasportista e un urbanista), nonché di uno sportello di prima tutela della popolazione, in grado di registrare e documentare i danni, di intervenire e di assistere i cittadini, e di informare con rigorosi rapporti scritti anche le associazioni come la nostra sui risultati delle proprie attività.