Nonostante lo sciopero indetto dalle associazioni di categoria, La Nazione è nelle edicole.
Sulla questione interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Non siamo mai stati leggeri nei confronti delle associazioni dei giornalisti che scambiano il loro diritto ad associarsi e tutelarsi come se fosse una legge dello Stato, a cui chiunque abbia una tastiera sotto le dita -con velleita' di giornalista- debba adeguarsi.
Ma c'e' qualcosa che non ci convince in quello che sta succedendo nei quotidiani del gruppo Riffser.
Perche' la determinazione dell'editore nel portare in edicola i suoi tre quotidiani, non ci sembra che porti molti vantaggi agli utenti dell'informazione.
Il quotidiano, abitudinario -in un certo senso affettuoso e familiare- gesto di andare dal giornalaio e chiedere La Nazione, prego, o il Resto del Carlino o Il Giorno, ci sembra un po' sfruttato per turlupinarci. Il giornale che -anche con il richiamo civetta del prezzo a 1000 lire- abbiamo acquistato oggi, non solo non e' quello -completo- che ci ha sempre informato sulle nostre citta' e -in particolare da quando esiste il fascicolo nazionale- sugli avvenimenti e le riflessioni sui fatti piu' salienti dell'Italia e del mondo, ma e' una piccola fregatura, perche' ci costringe -in assenza di informazioni- a comprane un altro.
Quindi, invece di 1500 lire, ci troviamo a spenderne 2500, con anche la rabbia di essere stati un po' fregati.
E' evidente che ognuno e' libero di vendere cio' che crede, ed e' anche libero di giocare sulla sua notorieta' per vendere fischi per fiaschi.
Ma siamo anche noi altrettanto liberi per denunciare che l'editore sta facendo pagare agli utenti dell'informazione il prezzo per onorare i suoi impegni pubblicitari. Di questo ce ne doliamo, probabilmente insieme alle centinaia di migliaia di lettori che sono stati delusi da questi fogli venduti a 1000 lire.
Per questo avremmo gradito che, prima di pensare solo ed esclusivamente ai propri fatti, l'editore avesse valutato il dubbio prelievo di queste 1000 lire, magari con quei giornalisti con cui e' stato brutalmente interrotto il dialogo.
Non siamo interessati ai giochi di forza tra giornalisti ed editori.
Ci interessa il prodotto. E questa volta non c'era e siamo stati anche un po' fregati".