Un giovane di Viareggio ha aiutato un suo amico, che glielo aveva chiesto, a morire. Il fatto e' stato reso noto dopo che lo stesso giovane l'ha comunicato alla famiglia, che lo ha gia' perdonato. Alla Procura della Repubblica di Lucca, invece, il giovane viareggino e' stato formalmente indagato per omicidio di consenziente, e rischia da cinque a sedici anni di reclusione.
Sul tema interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "Se il giovane verra' incriminato e se lo vorra', lo studio legale dell'Aduc, sara' a sua disposizione per affrontare un difficile processo, considerato che le leggi attuali non consentono alcuna forma di eutanasia.
Questo caso puo' essere occasione perche' si crei nuova giurisprudenza in materia, per favorire l'avvio di un iter legislativo per discussione e approvazione di una legge che riconosca ad ognuno il diritto di disporre di se stesso, anche relativamente alla morte. E' recente il lancio, da parte di un gruppo di parlamentari che hanno anche partecipato ad un convegno dell'associazione Exit a Torino, di un progetto di legge in materia. Di fronte al pericolo che, al di la' delle buone intenzioni dei proponenti, anche questo progetto ammuffisca nei cassetti fino alla sua decaduta, e' importante far si' che ogni caso divenga stimolo ed esempio della necessita' di una modifica legislativa: non si puo' continuare a punire simili atti con la tagliola del codice penale -settore omicidi- perche' si insulta solo la memoria di chi ha deciso di morire cosi', facendo pagare con la galera chi, invece, ha praticato un gesto d'amore".