La trattativa si trascinava per alcuni anni. Al centro: la procedura di mobilità attivata per 25 dipendenti, che proprio in questi giorni avrebbero dovuto lasciare il lavoro. "In questi mesi di trattativa - spiega l'assessore provinciale al lavoro Mirna Migliorini - la proprietà si era mostrata inamovibile". Due elementi sono stati fondamentali per sbloccare la situazione: le azioni dei lavoratori che sono riusciti nella settimana scorsa a fare una manifestazione a Bologna davanti alla Gd, proprietaria di Comesca, coinvolgendo i dipendenti di tutto il gruppo.
L'ampia solidarietà creatasi tra i dipendenti si è rivelata così decisiva, insieme alla richiesta da parte della Provincia di convocare le parti davanti al ministero del Lavoro. "La nostra azione - continua Migliorini - ha consentito di avviare una trattativa vera con l'azienda. E' stato così concluso un accordo che ritengo un buon accordo per tre motivi: la difesa e la salvaguardia dei lavoratori in azienda; l'avere portato la Comesca, che pochi giorni fa aveva minacciato la chiusura dello stabilimento, ad attivare processi di diversificazione della produzione garantendo la permanenza a Scarperia".
Altro elemento di grande rilevanza "l'avere utilizzato per la prima volta i processi di formazione professionale come strumento di politica attiva del lavoro: una parte non marginale dell'accordo, infatti, prevede che la Provincia, il Comune di Scarperia e la Comunità montana si impegnano a riqualificare il personale della Comesca, per un accrescimento di competenze e la formazione di nuove professionalità".