Il consiglio provinciale, approvando all'unanimità un ordine del giorno elaborato nella settima commissione consiliare, ha dato mandato al Presidente della Provincia di rappresentare presso il Governo Italiano, la Comunità Europea e le Nazioni Unite, "la ferma condanna dell'occupazione militare russa in Cecenia e della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie sorte, in questo caso, nei confronti di popoli ed entità minori della Federazione Russa, per il controllo di zone strategiche".
Il consiglio provinciale denuncia "l'indifferenza internazionale nei confronti di questa tragedia umana, economica ed ecologica" e richiede "la cessazione immediata di tutte le attività belliche in Cecenia ed una forte iniziativa contestuale da parte delle Nazioni Unite per tutelare, anche con forze di interposizione e comunque con Osservatori internazionali, le popolazioni civili, la tregua ed i diritti umani, e per avviare una trattativa tra le parti, con adeguata garanzia internazionale, allo scopo di definire un reale statuto di autonomia della Cecenia, all'interno della Federazione Russa, fondato su criteri e principi democratici".
Dal settembre '99 l'Esercito federale russo sta conducendo in Cecenia una guerra particolarmente feroce, con migliaia di vittime causate dai bombardamenti, rappresaglie e saccheggi, con la distruzione sistematica della cita sociale ed economica e delle principali infrastrutture (in particolare nella capitale Grozny), guerra che ha provocato la fuga, nella vicina Inguscezia, di 200 mila persone (circa 2/3 di tutta la popolazione).
La Cecenia, peraltro, è già stata ampiamente rovinata dal precedente conflitto del 94-96 con oltre 80 mila morti. "In questo contesto di distruzione, degrado e immiserimento generalizzato della popolazione - osserva il consiglio provinciale - accompagnato dalla crescita, dallo strapotere e dall'avanzata di varie mafie per il controllo dei settori più redditizi del Paese (petrolio, valuta, droga, armi), si è sviluppato un forte sentimento nazionalista ed un risorgere dell'islamismo sunnita con tendenze integraliste".
In questa situazione così compromessa, inoltre, sono stati riaperti o programmati nuovi oleodotti nella Regione del Caucaso, emarginando e indebolendo il ruolo della Federazione Russa in quella zona, "alimentando così risposte nazionaliste e di rivalsa da parte del Governo e dell'Esercito Federale Russo".