La conferenza di programmazione dei servizi sociali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 febbraio 2000 20:44
La conferenza di programmazione dei servizi sociali

"La nostra città sta cambiando e noi abbiamo il dovere di chiederci se i nostri servizi sono adeguati ai cambiamenti in atto. Questo è uno degli obiettivi di questo incontro". Lo ha detto il Sindaco Leonardo Domenici aprendo i lavori della conferenza di programmazione dei servizi sociali – il nuovo Welfare locale -, alla quale sono presenti circa 500 rappresentanti delle istituzioni, dell'associazionismo e del terzo settore. "Occorre ridefinire il Welfare sociale e per farlo – ha continuato Domenici- dobbiamo stringere il rapporto fra amministrazione e associazionismo, la cooperazione".

Secondo il Sindaco ciò significa "rivedere questo rapporto, far si che il privato sociale sia sempre più coinvolto nella programmazione prima ancora che nella gestione dei servizi".
"Solo così avremo la certezza – ha spiegato Leonardo Domenici- che le richieste dei cittadini trovino risposte adeguate alle attese". Infine ha concluso il Sindaco "il confronto e la cooperazione con voi soggetti attivi della società civile, rappresenta un'occasione di incontro con quanti fanno della solidarietà non solamente un principio o un valore generale, ma un terreno concreto di impegno e lavoro quotidiano".


Giovani, famiglie e anziani. Sono i tre soggetti a cui l'amministrazione comunale fiorentina pensa maggiormente nella revisione dei servizi sociali.
I giovani, le famiglie e gli anziani sono dunque i tre obiettivi principali indicati nella relazione introduttiva dall'assessore alle Politiche sociosanitarie Giacomo Billi, che ha anche indicato uno strumento irrinunciabile per gli operatori del settore, ossia una sorta di "osservatorio permanente sulla condizione sociale" che consenta il monitoraggio continuo dei bisogni, ma anche delle risposte che a questi bisogni vengono date sia dalle amministrazioni pubbliche, sia dai diversi soggetti del privato sociale.

Per quanto riguarda i giovani, l'assessore Billi, ricordando una recente indagine del Censis, ha sottolineato come più del 40% dei ragazzi italiani si senta più distante da una persona di un'altra generazione che da una di un'altra classe sociale. "La ricerca – ha spiegato Billi – sottolinea principalmente non tanto una distanza di valori, ma piuttosto il fatto che i giovani si sentono esclusi da uno stato sociale e da una rete di protezione che non li include, che non gli garantisce risorse e servizi adeguati".

Questo secondo l'assessore deve portare "ad una concreta attuazione dell'idea di garantire mutui a tasso zero alle giovani coppie che decidono di acquistare la prima casa di abitazione. Una proposta approvata dal consiglio comunale due anni fa, ma per la quale occorre individuare nel bilancio comunale un fondo per l'erogazione di contributi, finalizzati all'abbattimento degli interessi".
L'assessore ha poi ipotizzato anche altri tipi di interventi, come "un alleggerimento delle pressione fiscale sulle giovane coppie nei primi anni di matrimonio, sgravi per l'Ici e agevolazioni tariffarie".

Tutti i provvedimenti che possono essere un vero sostegno alle politiche della famiglia, per secondo Billi "sono state il grande assente del sistema italiano di welfare".
Per le famiglie l'assessore ha indicato altri possibili sostegni, in particolare per quelle che decidono di farsi carico di persone non autosufficienti, anziani o disabili che siano. Da qui la necessità di rilanciare con più forza l'assistenza domiciliare e i ricoveri temporanei, considerando che più della metà degli anziani vive da sola.

"L'obiettivo di fondo – ha aggiunto Billi – è la realizzazione e il potenziamento di una rete di servizi che prevenga il ricovero permanente nelle residenze sanitarie assistite, continuando ad incrementare le risorse per l'assistenza domiciliare e favorendo la realizzazione dei centri diurni". Billi infine, rivolgendosi agli amministratori dei comuni limitrofi presenti alla Conferenza, ha auspicato che entro pochi mesi, dopo che il consiglio comunale di Firenze avrà dedicato una seduta monotematica alle politiche sociali, una conferenza metropolitana su questo argomento.

"Si parla tanto di area e di città metropolitana e si fa sempre riferimento all'urbanistica, alla viabilità, allo sviluppo economico; credo invece che in campo sociale sia necessario sperimentare forme di raccordo e di collaborazione di livello metropolitano, perché sui temi dell'immigrazione, delle nuove povertà, della lotta alle nuove droghe, è sempre più necessaria una maggiore collaborazione fra i vari livelli di governo e gli enti locali dell'area fiorentina".
"Rivalutare il significato reale e pratico di gesti e di azioni non legati ad un corrispettivo meramente economico, dando alle organizzazioni del volontariato sbocchi organizzatici e non spontaneistici che siano in sintonia ed in collegamento con gli altri soggetti che operano nel campo della sicurezza sociale".

Lo ha detto Lamberto Tozzi , direttore della sicurezza sociale e igiene pubblica. Secondo Tozzi, che ha ripercorso tutta l'organizzazione dei servizi nel Comune di Firenze e dei rapporti con le altre istituzioni e il volontariato, vi è la necessità che la presenza pubblica " disponga gli interventi al privato sociale in modo armonioso rispetto ai programmi, attuando anche una costante azione di indirizzo e di controllo sul fare delle organizzazioni no-profit.". Tra le aree di intervento e i servizi già attivati, Tozzi si è soffermato sulla cosiddetta "leva giovanile", ossia giovani universitari che aiutano altri giovani contro la dispersione scolastica.

"Un servizio nato solo un anno fa – ha ricordato Tozzi- ma che sta già dimostrando tutta la sua concretezza". Infine il Direttore della sicurezza dei servizi sociali ha ribadito la necessità di sostenere e sviluppare le "reti di solidarietà", garantendo la partecipazione alla programmazione dei servizi cittadini attraverso la messa a disposizione delle opportune informazioni e incontri tecnici che consentano una riflessione comune sulla realtà sociale di Firenze.
L'assessore alla casa Tea Albini ha analizzato come "il tema dell'accoglienza" sia divenuto uno dei più complessi e difficili da risolvere "L'emergenza abitativa, - ha detto l'assessore Albini- è legata alla presente situazione e degli sfratti, circa 7000 da eseguire, ma soprattutto ai nuovi bisogni, alle nuove povertà e all'assenza in città di un "centro volano"".

Alcune categorie di cittadini (immigrati, profughi, anziani soli, studenti fuori sede, ma anche giovani coppie e famiglie monoreddito), non riescono ad accedere alla casa con le proprie risorse per cui questo problema diventa di fatto confine di riconoscimento e contesa sociale.
Dopo aver ricordato l'intreccio fra il sociale e il settore abitativo, l'assessore alla casa ha sottolineato anche alcuni interventi realizzati dall'amministrazione come l'estensione della concessione di subaffitto di alloggi acquisiti con la procedura del "Comune garante" e l'istituzione dell'assegnazione degli alloggi pubblici per un 30% alla cosiddetta riserva sociale, ma anche le risposte all'emergenza freddo e lo sgombero della Nave di Brozzi".


Il Vicesindaco Andrea Ceccarelli Dopo aver ricordato il ruolo "indispensabile" del volontariato nella costruzione del nuovo Welfare locale e non solo, il Vicesindaco Ceccarelli ha sottolineato come per l'amministrazione comunale sia necessario "conoscere il volontariato e l'associazionismo" che opera nel territorio. Per questo è stata avviato un lavoro di "mappatura", passaggio necessario per arrivare ad una sorta di Stati Generali dell'associazionismo, un incontro non general-generico, ma che dovrà articolarsi per temi specifici: 1) solitudine e terza età, 2) Disabilità, 3) Problematiche connesse alla condizione giovanile e femminile, 4) Ambiente e vivibilità".

Il Vicesindaco ha rilanciato anche la necessità della costruzione delle reti di solidarietà, là dove non esistono e l'urgenza di perfezionarle dove ci sono". Infine a proposito del servizio civile "articolazione importante nella costruzione del nuovo Welfare locale e nell'organizzazione delle reti", Ceccarelli ha criticato la gestione centralista del nuovo servizio civile proponendo che le amministrazioni locali, "sopportandone completamente i costi, possano estendere il numero degli obiettori rispetto a quelli assegnati dal Ministero".


Don Giovanni Momigli, Presidente Comitato AntroPolis è intervenuto sul ruolo del volontariato in rapporto ai servizi sociali, richiamando l'associazionismo a ritrovare "la passione e il gusto del rischio, evitando tre gravi pericoli: 1) quello di essere considerato soltanto in funzione di alcuni servizi e in rapporto alle intese che riesce a fare con le istituzioni pubbliche, 2) quello del volontariato strumentale, ossia fare il volontariato per ricevere crediti educativi o punteggi vari, 3) quello di uninformarsi al resto del no-profit.

"Fra l'altro, - ha ricordato Momigli- la stessa nuova riforma sanitaria, suggerisce un rapporto nuovo e diverso fra il pubblico e il volontariato o più in generale il no-profit. Sta a noi far diventare la riforma una realtà quotidiana". "La nostra città sta cambiando e noi abbiamo il dovere di chiederci se i nostri servizi sono adeguati ai cambiamenti in atto. Questo è uno degli obiettivi di questo incontro". Lo ha detto il Sindaco Leonardo Domenici aprendo i lavori della conferenza di programmazione dei servizi sociali – il nuovo Welfare locale -, alla quale sono presenti circa 500 rappresentanti delle istituzioni, dell'associazionismo e del terzo settore.

"Occorre ridefinire il Welfare sociale e per farlo – ha continuato Domenici- dobbiamo stringere il rapporto fra amministrazione e associazionismo, la cooperazione". Secondo il Sindaco ciò significa "rivedere questo rapporto, far si che il privato sociale sia sempre più coinvolto nella programmazione prima ancora che nella gestione dei servizi".
"Solo così avremo la certezza – ha spiegato Leonardo Domenici- che le richieste dei cittadini trovino risposte adeguate alle attese". Infine ha concluso il Sindaco "il confronto e la cooperazione con voi soggetti attivi della società civile, rappresenta un'occasione di incontro con quanti fanno della solidarietà non solamente un principio o un valore generale, ma un terreno concreto di impegno e lavoro quotidiano".


Giovani, famiglie e anziani. Sono i tre soggetti a cui l'amministrazione comunale fiorentina pensa maggiormente nella revisione dei servizi sociali.
I giovani, le famiglie e gli anziani sono dunque i tre obiettivi principali indicati nella relazione introduttiva dall'assessore alle Politiche sociosanitarie Giacomo Billi, che ha anche indicato uno strumento irrinunciabile per gli operatori del settore, ossia una sorta di "osservatorio permanente sulla condizione sociale" che consenta il monitoraggio continuo dei bisogni, ma anche delle risposte che a questi bisogni vengono date sia dalle amministrazioni pubbliche, sia dai diversi soggetti del privato sociale.

Per quanto riguarda i giovani, l'assessore Billi, ricordando una recente indagine del Censis, ha sottolineato come più del 40% dei ragazzi italiani si senta più distante da una persona di un'altra generazione che da una di un'altra classe sociale. "La ricerca – ha spiegato Billi – sottolinea principalmente non tanto una distanza di valori, ma piuttosto il fatto che i giovani si sentono esclusi da uno stato sociale e da una rete di protezione che non li include, che non gli garantisce risorse e servizi adeguati".

Questo secondo l'assessore deve portare "ad una concreta attuazione dell'idea di garantire mutui a tasso zero alle giovani coppie che decidono di acquistare la prima casa di abitazione. Una proposta approvata dal consiglio comunale due anni fa, ma per la quale occorre individuare nel bilancio comunale un fondo per l'erogazione di contributi, finalizzati all'abbattimento degli interessi".
L'assessore ha poi ipotizzato anche altri tipi di interventi, come "un alleggerimento delle pressione fiscale sulle giovane coppie nei primi anni di matrimonio, sgravi per l'Ici e agevolazioni tariffarie".

Tutti i provvedimenti che possono essere un vero sostegno alle politiche della famiglia, per secondo Billi "sono state il grande assente del sistema italiano di welfare".
Per le famiglie l'assessore ha indicato altri possibili sostegni, in particolare per quelle che decidono di farsi carico di persone non autosufficienti, anziani o disabili che siano. Da qui la necessità di rilanciare con più forza l'assistenza domiciliare e i ricoveri temporanei, considerando che più della metà degli anziani vive da sola.

"L'obiettivo di fondo – ha aggiunto Billi – è la realizzazione e il potenziamento di una rete di servizi che prevenga il ricovero permanente nelle residenze sanitarie assistite, continuando ad incrementare le risorse per l'assistenza domiciliare e favorendo la realizzazione dei centri diurni". Billi infine, rivolgendosi agli amministratori dei comuni limitrofi presenti alla Conferenza, ha auspicato che entro pochi mesi, dopo che il consiglio comunale di Firenze avrà dedicato una seduta monotematica alle politiche sociali, una conferenza metropolitana su questo argomento.

"Si parla tanto di area e di città metropolitana e si fa sempre riferimento all'urbanistica, alla viabilità, allo sviluppo economico; credo invece che in campo sociale sia necessario sperimentare forme di raccordo e di collaborazione di livello metropolitano, perché sui temi dell'immigrazione, delle nuove povertà, della lotta alle nuove droghe, è sempre più necessaria una maggiore collaborazione fra i vari livelli di governo e gli enti locali dell'area fiorentina".
"Rivalutare il significato reale e pratico di gesti e di azioni non legati ad un corrispettivo meramente economico, dando alle organizzazioni del volontariato sbocchi organizzatici e non spontaneistici che siano in sintonia ed in collegamento con gli altri soggetti che operano nel campo della sicurezza sociale".

Lo ha detto Lamberto Tozzi , direttore della sicurezza sociale e igiene pubblica. Secondo Tozzi, che ha ripercorso tutta l'organizzazione dei servizi nel Comune di Firenze e dei rapporti con le altre istituzioni e il volontariato, vi è la necessità che la presenza pubblica " disponga gli interventi al privato sociale in modo armonioso rispetto ai programmi, attuando anche una costante azione di indirizzo e di controllo sul fare delle organizzazioni no-profit.". Tra le aree di intervento e i servizi già attivati, Tozzi si è soffermato sulla cosiddetta "leva giovanile", ossia giovani universitari che aiutano altri giovani contro la dispersione scolastica.

"Un servizio nato solo un anno fa – ha ricordato Tozzi- ma che sta già dimostrando tutta la sua concretezza". Infine il Direttore della sicurezza dei servizi sociali ha ribadito la necessità di sostenere e sviluppare le "reti di solidarietà", garantendo la partecipazione alla programmazione dei servizi cittadini attraverso la messa a disposizione delle opportune informazioni e incontri tecnici che consentano una riflessione comune sulla realtà sociale di Firenze.
L'assessore alla casa Tea Albini ha analizzato come "il tema dell'accoglienza" sia divenuto uno dei più complessi e difficili da risolvere "L'emergenza abitativa, - ha detto l'assessore Albini- è legata alla presente situazione e degli sfratti, circa 7000 da eseguire, ma soprattutto ai nuovi bisogni, alle nuove povertà e all'assenza in città di un "centro volano"".

Alcune categorie di cittadini (immigrati, profughi, anziani soli, studenti fuori sede, ma anche giovani coppie e famiglie monoreddito), non riescono ad accedere alla casa con le proprie risorse per cui questo problema diventa di fatto confine di riconoscimento e contesa sociale.
Dopo aver ricordato l'intreccio fra il sociale e il settore abitativo, l'assessore alla casa ha sottolineato anche alcuni interventi realizzati dall'amministrazione come l'estensione della concessione di subaffitto di alloggi acquisiti con la procedura del "Comune garante" e l'istituzione dell'assegnazione degli alloggi pubblici per un 30% alla cosiddetta riserva sociale, ma anche le risposte all'emergenza freddo e lo sgombero della Nave di Brozzi".


Il Vicesindaco Andrea Ceccarelli Dopo aver ricordato il ruolo "indispensabile" del volontariato nella costruzione del nuovo Welfare locale e non solo, il Vicesindaco Ceccarelli ha sottolineato come per l'amministrazione comunale sia necessario "conoscere il volontariato e l'associazionismo" che opera nel territorio. Per questo è stata avviato un lavoro di "mappatura", passaggio necessario per arrivare ad una sorta di Stati Generali dell'associazionismo, un incontro non general-generico, ma che dovrà articolarsi per temi specifici: 1) solitudine e terza età, 2) Disabilità, 3) Problematiche connesse alla condizione giovanile e femminile, 4) Ambiente e vivibilità".

Il Vicesindaco ha rilanciato anche la necessità della costruzione delle reti di solidarietà, là dove non esistono e l'urgenza di perfezionarle dove ci sono". Infine a proposito del servizio civile "articolazione importante nella costruzione del nuovo Welfare locale e nell'organizzazione delle reti", Ceccarelli ha criticato la gestione centralista del nuovo servizio civile proponendo che le amministrazioni locali, "sopportandone completamente i costi, possano estendere il numero degli obiettori rispetto a quelli assegnati dal Ministero".


Don Giovanni Momigli, Presidente Comitato AntroPolis è intervenuto sul ruolo del volontariato in rapporto ai servizi sociali, richiamando l'associazionismo a ritrovare "la passione e il gusto del rischio, evitando tre gravi pericoli: 1) quello di essere considerato soltanto in funzione di alcuni servizi e in rapporto alle intese che riesce a fare con le istituzioni pubbliche, 2) quello del volontariato strumentale, ossia fare il volontariato per ricevere crediti educativi o punteggi vari, 3) quello di uninformarsi al resto del no-profit.

"Fra l'altro, - ha ricordato Momigli- la stessa nuova riforma sanitaria, suggerisce un rapporto nuovo e diverso fra il pubblico e il volontariato o più in generale il no-profit. Sta a noi far diventare la riforma una realtà quotidiana".

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