Con una novità di rilievo: una raccomandazione alla Regione Toscana per l'inserimento del Valdarno Aretino come territorio omogeneo all'area stessa.
All'ordine del giorno presentato dal Presidente della Provincia Michele Gesualdi, approvato con il voto favorevole della maggioranza, di Rifondazione Comunista e di Forza Italia (che ne ha però bocciato due capoversi), e il voto contrario di Alessandro Corsinovi (Ccd) e An, è stato infatti affiancato un documento di accompagnamento (al quale si è opposto tutto il Polo) con il quale si raccomanda alla Regione Toscana di "determinare il territorio dell'area metropolitana tenendo conto delle materie di coordinamento contenute nell'ordine del giorno (del Presidente, ndr) e l'inserimento del Valdarno aretino come territorio omogeneo con l'area metropolitana stessa".
Con il documento, presentato da Eugenio D'Amico, Sandro Targetti e Piero Parotti (Rifondazione comunista), Giovanni Vignoli (Popolari), Tiziano Lepri (Ds) e Davide Filippelli (Democratici), si invita anche il Presidente della Provincia ad attivarsi affinché a livello di area metropolitana, le pubbliche amministrazioni, i Comuni e le Province realizzino - insieme alle altre realtà presenti nel territorio, sia istituzionali che di rappresentanza dei soggetti sociali, accordi di programma tesi a:
combattere le patologie di irregolarità contributiva, previdenziale, antinfortunistica, contrattuale ed i conseguenti fenomeni degenerativi del lavoro nero, della concorrenza sleale e della inosservanza in materia di sicurezza sul lavoro;
coordinare le politiche sociale e abitative;
promuovere insieme azioni concrete finalizzate all'accoglienza e all'inserimento dei cittadini stranieri.
L'ordine del giorno del Presidente era stato concordato con i Presidenti delle Province di Prato e Pistoia perché fosse sottoposto ai rispettivi consigli provinciali. Il documento consente di porre le basi perché l'area svolga un ruolo su due fronti: quello della pianificazione territoriale e quello della programmazione socio-economica. Sono coinvolte le tre Province di Firenze, Prato e Pistoia per un coordinamento di concerto con gli enti locali interessati e la Regione Toscana e il coinvolgimento delle parti sociali ed economiche.
Gli strumenti scelti per realizzare l'area sono i Piani territoriali di coordinamento delle Province ed i Piani strutturali dei Comuni, con particolare riferimento: alle reti infrastrutturali; ai piani del traffico d'area; agli interventi di difesa del suolo e di tutela idrogeologica; alla raccolta, distribuzione e depurazione delle acque; allo smaltimento dei rifiuti; al sistema dei parchi e delle aree protette; alle strutture espositive e congressuali; alle grandi distribuzioni commerciali.
Comune valutazione e decisione dovranno essere adottati per altre scelte strategiche, legate allo sviluppo economico e sociale, come ad esempio centri di eccellenza e poli tecnologici per i servizi alle imprese; sistema universitario, scolastico, formativo e di accesso al lavoro; politiche culturali di comune interesse a partire dalla iniziative sull'arte contemporanea e sull'attività teatrale; sviluppo del turismo e della promozione turistica.
L'area metropolitana di riferimento è quella che riguarda l'intero territorio delle Province di Firenze, ivi compreso il Circondario regionale empolese, Prato e Pistoia e "deve servire non solo a migliorare la capacità di governo delle aree interessate, ma a rafforzare la competitività complessiva del sistema regionale migliorando da una parte la qualità dei singoli sistemi locali, dall'altra la qualità delle relazioni che rendono forte la rete regionale dei sistemi locali".
Illustrando il suo ordine del giorno il presidente, Michele Gesualdi, ha sottolineato la candidatura delle tre Province al coordinamento dell'Area.
Si apre ora il confronto con la Regione sull'istituzione di una eventuale autorità metropolitana di coordinamento.
Giovanni Vignoli, dei Popolari, ha posto il problema dell'inclusione nel perimetro dell'Area delle zone della Provincia di Arezzo che guardano a Firenze e dell'eventuale esclusione di quelle zone del pistoiese più orientate ad ovest.
Il capogruppo di Forza Italia, Carlo Bevilacqua, ha accusato la Giunta di aver calpestato, presentando un ordine del giorno di indirizzo, i diritti del Consiglio e delle opposizioni.
Ha chiesto la soppressione nel documento dei riferimenti al Circondario Regionale Empolese, che non essendo un Ente locale non ha voce in base alla legge sulla costituzione dell'Area metropolitana. Bevilacqua ha infine affermato che con questo voto viene sancito il fallimento della Conferenza Metropolitana (Co.Met.).
D'accordo sui confini ma non sulle politiche, il capogruppo di Rifondazione, Eugenio D'Amico si è detto contrario alle frammentazioni delle Città della Piana e delle Colline ed alla nascita di nicchie per "personaggi in cerca di poltrone".
Ha poi espresso la convinzione che l'area nasca zoppa, senza un riferimento ai valori della civiltà, della cultura e del lavoro che la devono invece ispirare.
Massimo Matteoli (Ds) ha fatto riferimento al Circondario Regionale Empolese: un'esperienza importante, che non è in contrasto con l'Area metropolitana e sulla quale si può iniziare a lavorare.
Sandro Targetti, di Rifondazione, ha proposto di integrare il documento sulle funzioni dell'Area con riferimenti all'esigenza di azioni di coordinamento in materia sociale, per l'accoglienza degli stranieri, contro l'evasione fiscale e il lavoro nero.
Parla di "percorso da gamberi" Alessandro Corsinovi (Ccd), riferendosi all'operato della giunta, di "un lavorio finalizzato a ridisegnare, adeguandole, le sole esigenze di distribuzione del sistema di controllo del potere… con la decisione, peraltro, di dare vita al Circondario regionale empolese la Provincia abdica al suo ruolo".
Per Corsinovi l'individuazione dei confini dovrà "rapidamente prendere forma, non sulla base delle convenienze politico-elettorali degli attuali gruppi politici dominanti, ma sulla base di analisi dettagliate di tipo statistico, demografico, socio-economico, infrastrutturale sui bacini e sui flussi di mobilità, sugli assi viari e di trasporto ferrotranviario, su analisi di natura morfologica e ambientale".
"L'assenza nel documento - dice Piergiuseppe Massai (An) - di un sia pur timido accenno alla 'Città metropolitana', nuovo possibile livello istituzionale nell'ambito dell'area metropolitana, alla vigilia della scadenza dei termini concessi dalla Regione per la delimitazione dell'area, è indice della profonda preoccupazione del centrosinistra per le possibili reazioni da parte dei detentori del potere sul territorio ai vari livelli a fronte di scelte realmente innovative, in linea con le previsioni di legge".