Il capogruppo in consiglio provinciale dei Comunisti italiani, Alessio Pancani, ha presentato un ordine del giorno che ha originato un ampio dibattito in Consiglio Provinciale.
L'ordine del giorno, emendato su proposta del consigliere diessino Riccardo Gori e del capogruppo dei Democratici Davide Filippelli, è stato approvato con i voti favorevoli di Ds, Verdi, Comunisti, Ppi, Democratici e Rifondazione e l'astensione di An, Fi e Ccd.
Il documento impegna la Giunta Provinciale a farsi promotrice di una efficace azione per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, coinvolgendo anche altri organi competenti, come l'ASL, il Ministero del Lavoro e l'INAIL affinché siano rispettate leggi e canoni di sicurezza e i posti di lavoro non diventino più "luoghi di morte".
Impegna inoltre la Giunta a svolgere un ruolo di stimolo e di coordinamento degli altri enti sul tema della sicurezza sul lavoro anche attraverso un'attenta azione di monitoraggio, con un'opera di raccordo fra l'assessorato alla sicurezza sociale e la competente commissione consiliare. Invita la stessa Giunta a valutare la possibilità di inserire nei corsi di formazione professionale aspetti riguardanti la prevenzione degli infortuni nei luoghi di lavoro.
Il Consiglio ha invece respinto un ordine del giorno proposto da Rifondazione Comunista che associava le difficoltà a tutelare i diritti e la salute dei lavoratori alla crescita del lavoro precario, atipico o nero ed invitava la Provincia ad operare nell'ambito delle sue competenze per garantire condizioni di lavoro sicure in tutti i cantieri di opere pubbliche o nell'esercizio dei servizi pubblici e a svolgere un ruolo di stimolo e di coordinamento degli altri enti.
Illustrando il suo ordine del giorno, Alessio Pancani ha ricordato i dati sugli infortuni sul lavoro: 68.000 in Toscana nel 1998, 83 dei quali mortali e 44.000 con la conseguenza di invalidità permanenti.
Pancani ha poi denunciato le inadempienze degli organi preposti alla vigilanza sul rispetto delle norme sulla sicurezza e si è detto favorevole a bloccare gli appalti alle imprese che non rispettano le condizioni di sicurezza nei loro cantieri.
Per i Comunisti Italiani è intervenuto pure Massimo Marconcini, che si è pronunciato contro la deregulation totale. Il mercato è accettabile se si pongono e si rispettano le regole.
Ancora più drammatici i dati sugli infortuni per il 1999, su cui si è basato il capogruppo di Rifondazione Eugenio D'Amico: i casi sarebbero saliti a 82.913, dei quali 19.486 nella provincia di Firenze, con 92 morti (19 nella nostra provincia).
Troppi i lavoratori "carne da macello", non c'è progresso e civiltà quando si ammette che qualcuno possa perdere la vita per esercitare il suo diritto di lavorare. Sempre per Rifondazione Sandro Targetti si è scagliato contro la cultura imperante della deregolamentazione: le istituzioni devono prendere in mano la situazione, il mercato va costretto a rispettare le regole. Saranno anche buone le leggi in vigore, ma non sono migliori di quelle che le hanno precedute e nella realtà non vengono applicate, ha sostenuto Piero Parotti, anche lui di Rifondazione, denunciando lo smantellamento dei punti di osservazione sul lavoro e il fatto che a rappresentare i lavoratori nelle aziende sono spesso quelli che una volta si chiamavano i "caporali".
Basta guardare fuori dalle finestre della sede della Provincia per vedere operai che lavorano in violazione delle norme sulla sicurezza, ha rilevato Alessandro Corsinovi, dei Ccd.
I direttori dei lavori dei cantieri provinciali dimostrano scarsa attenzione al problema, vedi la vicenda dei controsoffitti caduti all'istituto "Vasari" di Figline. E' la stessa Provincia a non fare i controlli dovuti.
"Ho visto lavorare nel completo disprezzo delle norme di sicurezza perfino nel cortile di Palazzo Medici Riccardi", ha aggiunto il capogruppo di An Enrico Nistri, per il quale il problema non è quello di fare crociate contro il neoliberismo ma di accompagnare il mercato con una presenza dello Stato di più alto livello.
Forse i dati non sono quelli dichiarati dai presentatori dei due ordini del giorno, ha detto il presidente della Provincia Michele Gesualdi, ma si può dire che nel nostro territorio si verifica un incidente sul lavoro ogni 7 minuti.
Non ci mancano le leggi e quelle che abbiamo sono buone, salva l'esigenza di norme di tutela dei rappresentanti della sicurezza nei confronti dei datori di lavoro. Quanto alla Provincia ha già fatto molto, indirizzando i suoi appalti sulla base di un apposito protocollo sottoscritto due anni fa coi sindacati e sviluppando progetti di attività formative.
Si possono fare le gare di appalto premiando chi è più rispettoso della sicurezza, ha assicurato l'assessore all'edilizia Alberto Di Cintio.
La Provincia ha aderito al protocollo sulla salute sul lavoro Carta 2000 e sta lavorando al piano di adeguamento, entro il dicembre 2004, dei suoi edifici scolastici.
Dobbiamo mantenere ferme e intangibili le garanzie per i lavoratori, ha osservato Riccardo Gori (Ds). Ma non si può non accettare che il "posto fisso" non esiste più e che non si deve fare di ogni erba un fascio accomunando in un unico quadro di rischi il lavoro nero e quello regolarmente inserito nelle nuove forme di flessibilità.
Quest'ultimo anzi contrasta il lavoro nero. Negativo pertanto il giudizio dei Ds sull'ordine del giorno proposto da Rifondazione, che ha una impostazione, ha detto il capogruppo Tiziano Lepri, che non condividiamo nel suo complesso.
Le leggi sono buone ma di per sé non sono sufficienti, a giudizio del capogruppo dei Democratici Davide Filippelli. Servono più controlli e le risorse risparmiate grazie all'innovazione tecnologica vanno spostate sulla prevenzione. Per questo è importante l'invito a organizzare corsi di formazione professionale nella materia.
E' vero che ci sono le leggi, ha detto a sua volta Demetrio Donati di Forza Italia, ma bisogna vigilare e investire sulla sicurezza.
A non essere in regola, da noi, sono persino le ASL. Citando un caso di disprezzo delle norme di sicurezza da parte di una cooperativa edilizia, Francesco Campigli, sempre per Forza Italia, ha invitato ad abbandonare in materia logiche partitiche e distinzioni preconcette: c'è un problema da affrontare da parte di tutti e con obiettività. Analogo il ragionamento di Fabio Filippini, pure di Forza Italia: la sicurezza è una questione che ci riguarda tutti, va affrontata con buona fede e maturità, senza fare confusione fra le nuove forme di lavoro ed il lavoro nero.
E proprio con l'intenzione di aderire all'affermazione della rilevanza del problema della sicurezza sul lavoro, benché a suo avviso mal posto nei due ordini del giorno presentati da Comunisti e Rifondazione, il capogruppo degli Azzurri, Carlo Bevilacqua, ha annunciato l'astensione del suo gruppo. Prevenzione, controlli, formazione professionale sono gli aspetti più importanti. Per Giovanni Vignoli, dei Popolari, l'ordine del giorno che ricorda tutti e tre questi aspetti è giusto e va accompagnato con seri controlli su quello che succede nei cantieri provinciali.