E' di un artista di levatura internazionale, noto soprattutto per la sua scultura monumentale, il Pegaso d'Oro che venerdi' 4 febbraio sara' consegnato al "banchiere dei poveri", Muhammad Yunnus. Il cavallo alato, simbolo della Regione Toscana, quest'anno e' infatti opera del maestro Pietro Cascella, abruzzese d'origine - e' nato infatti a Pescara nel 1921 - ma toscano d'adozione, in quanto attualmente residente a Fivizzano.
Come e' ormai tradizione del Pegaso d'Oro, si tratta di un'altra "firma" di prestigio che allunga l'elenco degli artisti che hanno voluto dare il loro contributo al riconoscimento assegnato ogni anno a chi si e' distinto nella battaglia per la tutela dei diritti umani (nelle precedenti edizioni, ricordiamo, il Pegaso era stato assegnato a Mihail Gorbaciov, alla Robert F.
Kennedy Foundation, a Jacques Delors, a Yitzaak Rabin e a Yasser Arafat). Autore particolarmente versatile, in grado di distinguersi nella scultura, come nella grafica e nel disegno, protagonista di una ricerca personale che ha privilegiato materiali come la terracotta e la pietra, Cascella ha realizzato anche numerosissimi interventi ambientali, come l'Arco della Pace a Tel Aviv, il monumento a Mazzini a Milano, il monumento ai Caduti di tutte le guerre a Pescara. In Toscana e' stato autore, tra le altre cose, del monumento ai Carabinieri di Monteroni d'Arbia e della porta della Sapienza di Pisa.
Un "giocattolo divino": cosi', in una sua nota, il critico Tommaso Paloscia definisce il Pegaso d'Oro "interpretato" dal maestro abruzzese per il "banchiere dei poveri", con il "fantastico destriero" lanciato in "un volo virtuale verso i luoghi nei quali l'intelligenza umana ha saputo concretare il concetto di solidarieta' nel massimo risultato consentito dall'immaginario affrancando dalla miseria intere popolazioni diseredate". Un "giocattolo divino" che si presenta come "uno strumento ideale posto al servizio di ogni uomo-eroe del nostro tempo, come lo fu Perseo che lo lanciava e guidava in strabilianti imprese".