Le parole di una canzone di Jovanotti e la favola di Pinocchio per dare inizio alla prima giornata della conferenza mondiale dei giovani toscani a Montecatini, organizzata dalla Regione Toscana e dalla Consulta regionale dei toscani all'estero. Presenti il presidente Vannino Chiti, il presidente del Consiglio regionale, Angelo Passaleva, la vice-presidente della giunta regionale e presidente della Consulta regionale dei toscani all'estero, Marialina Marcucci, il sindaco di Montecatini, Ettore Severi, e l'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani.
Tradizione toscana e abbattimento delle frontiere, identità culturale e culture diverse, questi i temi affrontati stamani di fronte a una platea attenta di giovani residenti nella nostra regione e di giovani provenienti dalle comunità toscane all'estero.
Un mondo eterogeneo, ma accomunato dalla stessa "toscanità", un'identità culturale e storica che non deve andar persa ma confrontarsi e convivere con altre culture.
"Dobbiamo proseguire i rapporti con i giovani toscani all'estero - ha sottolineato Passaleva - per evitare che le identità culturali si frantumino nel mondo della globalizzazione." Rivolgendosi ai giovani, Passaleva ha ricordato quando Pinocchio, raggirato dal gatto e la volpe, venne derubato dei soldi che aveva sotterrato nel campo dei Miracoli.
"Non fatevi ingannare - ha proseguito Passaleva - non sotterrate i vostri talenti, le vostre ricchezze, le vostre capacità. Fateli valere, così come hanno fatto i vostri parenti, i nostri emigranti."
L'essere toscano come passaporto per il mondo, come modo per trasmettere ad altre culture i valori e le tradizioni della Toscana, all'insegna del rispetto e della solidarietà verso altri popoli. Chiti ha ricordato le parole di uno dei nostri maggiori intellettuali, Pier Paolo Pasolini: "Avere una tradizione è meno che nulla, è sola cercandola che si può viverla".
Una tradizione che Chiti non interpreta come un ritorno al passato, ma anzi come una risorsa per potersi confrontare oggi con altre culture. "Qualunque sia la nostra condizione, la nostra storia, la realtà in cui viviamo - ha proseguito Chiti - dobbiamo sentirci cittadini di questo mondo in mezzo ad altri cittadini di questo mondo, membri della razza umana in mezzo a membri della razza umana.". Proprio come dicono le parole di una canzone di Jovanotti, ha aggiunto Chiti rivolgendosi ai giovani: "Non esiste primo e non esiste secondo, esiste una tribù, esistono i fratelli che più sono diversi e più sono fratelli." Un appello dunque ai giovani perchè‚ portino la loro toscanità in giro per il mondo, consapevoli che il loro essere toscano può essere strumento di dialogo e di creatività, di solidarietà e di accoglienza verso altre culture e altri popoli.
E il concetto di mescolanza, métissage per i francesi, è stato sottolineato da Omar Calabrese, docente di scienze della comunicazione: "Qual è il giovane di oggi? - ha chiesto Calabrese ai suoi interlocutori dopo un excursus sull'accezione culturale e sociale della parola "giovane" - Due aspetti sono certi: la perdita di confini e di frontiere e l'idea della mescolanza.
L'identità dell'altro la si ama solo se si ha una forte conoscenza di noi stessi". La mescolanza è sinonimo di società interculturale e esalta l'appartenenza a una comunità, a un luogo aperto, ha osservato Simone Siliani riferendosi alle parole di Calabrese. "I giovani sono spesso 'parlati', raccontati - ha proseguito Siliani - ma è difficile etichettarli, racchiuderli in categorie. Una caratteristica dei giovani è l'idea del cambiamento, dell'instabilità, della non rassegnazione. I giovani sono crisi, perch‚ crisi è cambiamento e la direzione del cambiamento è sempre diversa.
Oggi un modo per manifestare la volontà di cambiamento è dedicarsi al volontariato, che indica sempre l'idea di una cittadinanza dinamica." Abbattere le frontiere, dunque, in una prospettiva di appartenenza a una comunità più ampia, dove i giovani toscani possano farsi portatori e custodi delle loro tradizioni storiche e culturali per metterle al servizio degli altri. Ma l'abbattimento delle frontiere è stato reso possibile anche dalle nuove tecnologie e da Internet, dalle conversazioni virtuali e dai messaggi di posta elettronica, strumenti che mettono in contatto culture diverse e lontane, persone che non si conoscono, toscani all'estero che vogliono sapere qualcosa in più della loro terra.
Lo ha detto Marco Gasperetti, giornalista de "Il Tirreno", il quale ha sottolineato che "Le nuove tecnologie contribuiscono a far incontrare persone di generazioni diverse e a mantenere contatti con la terra natìa che altrimenti andrebbero persi".
Nell'intenzione degli organizzatori è un'occasione per far incontrare giovani e istituzioni. L'iniziativa promossa dalla Regione offre tre giorni di discussione sul dato comune del luogo di origine, la Toscana. La conferenza mondiale potrà servire per mettere a fuoco le potenzialità di una Toscana che, per motivi di turismo, commercio, cultura, deve essere sempre più lanciata verso l'estero.
Una strada è farlo proprio attraverso chi ci è nato, chi è toscano di appartenenza ma vive all'estero.