Una produzione regionale che complessivamente ammonta a circa 3.690 miliardi e che, in termini reali, cioe' a prezzi costanti, e' aumentata di circa il 3.4 per cento; ma anche un aumento che si traduce in una riduzione dell'1.3 per cento, se si ragiona in termini di prezzi correnti, visto la contrazione del valore di mercato registrata in alcuni comparti. Sono queste le prime stime sull'andamento delle produzioni agricole toscane nel 1999, elaborate dall'Istituto nazionale di economia agraria e dalla Regione, utilizzando per la prima volta i nuovi criteri contabili richiesti dall'Unione europea con il regolamento 2093/96.
"Criteri - spiega l'assessore all'agricoltura, Moreno Periccioli - che
riservano all'agricoltura una piu' forte considerazione, perche'
conteggiano dati prima non utilizzati come i servizi prestati agli agricoltori
e i consumi intermedi, offrendo cosi' un quadro del settore piu'
corrispondente alla realta'. Per quanto riguarda la Toscana, vanno
senz'altro registrati gli aumenti, talvolta sensibili, delle produzioni, grazie
al buon andamento climatico. Da questo punto di vista e' stata un'annata
favorevole, anche se a questi incrementi hanno corrisposto diminuizioni
dei prezzi e dei redditi, dovute in particolare alle difficolta' congiunturali
del vino".
I dati 1999 segnalano anche un leggero incremento della superficie
coltivata in Toscana (siamo a circa 762 mila ettari) e i risultati positivi del
programma di incentivazione delle pratiche ecocompatibili (regolamento
comunitario 2078/92), con un'erogazione di circa 120 miliardi.
Hanno
incontrato il favore degli agricoltori soprattutto le misure rivolte alla
riduzione di fertilizzanti e pesticidi e alla diffusione dell'agricoltura
biologica (che ormai interessa piu' di 23 mila ettari).
Ecco alcune stime relative ai singoli comparti.
Cerealicolo: aumenta la superficie seminata (+ 1.7 per cento), mentre
diminuiscono leggermente le rese unitarie (annata sfavorevole del mais per
la siccita' estiva). Prezzi in leggero aumento (cereali minori 3 per cento,
frumento tenero 2 per cento, mais 0.5 per cento).
Colture industriali: la superficie interessata diminuisce del 10 per cento
(barbabietola, girasole e colza si sono dovute ridimensionare sulla base
delle quote comunitarie); rese buone, prezzi in dimuizione, tranne il
tabacco (stazionario).
Patate e colture orticole: superfici in contrazione, rese in aumento, prezzi
generalmente in calo.
Foraggi: andamento favorevole sia nelle superfici che nelle rese, grazie
soprattutto all'autoproduzione delle aziende zootecniche che destinano
piu' terreni alle necessita' delle proprie stalle.
Prezzi notevolmente
inferiori rispetto a quelli della scorsa annata.
Floricoltura: produzione e prezzi in leggera crescita, nonostante la
concorrenza dell'Italia del sud e di paesi stranieri.
Produzioni arboree: aumenta la superficie, anche in seguito all'entrata in
produzione di nuovi oliveti e l'ulteriore espansione di vivai. Rese in
aumento, grazie al positivo andamento climatico. Per l'uva si registra un
incremento in quantita' (piu' 15 per cento), con produzioni di ottima
qualita'.
Il mercato del vino e' pero' tendenzialmente al ribasso con una
flessione di circa il 18 per cento. Quanto all'olivo, fa registrare una
produzione in forte aumento (piu' 20 per cento), pur con una resa inferiore
rispetto al 1998. Ottima la qualita', mentre i prezzi dovrebbero subire una
diminuizione. I vivai sono in espansione, sia come superficie che come
volume di produzione. Prezzi in costante aumento.
Zootecnia: bovini e ovini in leggera flessione, mentre rimangono
stazionari suini, pollame e conigli.
Prezzi in lieve aumento, suini a parte (meno 5 per cento). La produzione di latte bovino risulta stazionaria, nonostante il lieve decremento delle vacche da latte, a dimostrazione di un migliore livello tecnologico delle nostre aziende, con la selezione di capi sempre piu' produttivi e un'alimentazione piu' adeguata.