E’ stato recentemente presentato presso la Libreria Edison di Piazza della Repubblica il diciannovesimo numero del periodico Le Vie del Mondo - Viaggi d’autore, elegante antologia letteraria di carattere squisitamente monografico pubblicata dal Touring Club Italiano. Il volume, dedicato a Firenze e tenuto amorosamente a battesimo, in questa particolare occasione, da Marcella Borghi (Caposervizio delle Vie del Mondo) e Renato Salvetti (Direttore Commerciale del Touring Club Italiano), è stato commentato e raccontato da Umberto Cecchi, Direttore de "La Nazione", ma anche attento e fine conoscitore della città di Firenze, che insieme a John T.
Spike, storico dell’arte, ha abilmente e sapientemente moderato l’incontro arricchendo la discussione di aneddoti e momenti di vita fiorentina. Il volumetto è un denso tesoro di immagini, chiose e pensieri su Firenze, sensazioni vissute e raccontate, per una precisa scelta editoriale, attraverso gli occhi e le parole dei grandi viaggiatori dei secoli passati, ma anche di molti artisti contemporanei. Si spazia quindi da Johann Caspar von Goethe, padre del più famoso Johann Wolfgang, che arriva a Firenze sull’onda della moda del Grand Tour, all’americano Henry James, che descrive alla sua maniera l’incanto del Giardino dei Boboli; ed ancora dai giochi di luci ed ombre e dalle forme geometriche e frammentate della Firenze di Mario Luzi, allo stile intenso e cronachistico di giornalisti come Yorick e Bruno Barilli.
E se questi autori tessono le lodi della città, altri, come viene notato, la detraggono. L’aria è detestabile in questa capitale (...) gli abitanti (...) sono per lo più magri e pallidi (...) hanno denti guasti e occhi malati", così ne scrive, ad esempio, il Marchese de Sade nel suo Voyage d’Italie Abbandonati i luoghi comuni della editoria turistica, Firenze ci appare attraverso le molte fotografie color seppia, tratte dai fiorentini Archivi degli Alinari e dai ricchi Archivi del Touring Club Italiano, che trovano posto nel volume accanto a foto d’autore, stampe antiche e cartografia d’epoca, ancora una volta nei toni del nero e del bianco, evitando volutamente le immagini a colori, che potrebbero soltanto interrompere questa delicata atmosfera, questo delizioso e lungo viaggio nella storia di Firenze, riportandoci ex abrupto alla realtà.