E' per superare questo scoglio che, sia dalla Regione che dal mondo del credito sono scaturite proposte, alcune delle quali gia' operative, per creare quello che l'assessore regionale al bilancio e finanze Fabrizio Geloni ha definito un "circuito formativo e informativo" che faccia si' che nessuna occasione di creare nuova occupazione per le donne toscane debba andare perduta. Uno sportello informativo telematico, certificati di deposito "rosa" che alimenteranno un Fondo di solidarieta' costituito da capitali privati (di associazioni femminili, di imprenditrici, ecc) e, ancora, un pulmino itinerante "In.vestire in rosa" (ideato, questo, dall'imprenditrice Elisabetta Pezzini) che, in collaborazione con Regione e Camere di commercio, portera' in giro per il territorio toscano notizie e consulenze utili alla creazione di impresa.
Queste alcune delle idee - a diversi stadi di realizzazione - emerse
nel corso del seminario organizzato dalla Regione "Mille donne per mille
imprese" al quale hanno partecipato oggi all'Auditorium del Consiglio
regionale, rappresentanti di gruppi donna e associazioni di categoria,
esponenti del mondo del credito, rappresentanti del ministero dell'industria
(Mariangela Gritta Grainer) e delle pari opportunita' (Delia La Rocca).
La vice presidente della Regione Marialina Marcucci, nel suo saluto, ha
sottolineato come "il modello e le capacita' di lavoro delle donne, le loro
intuizioni e la predisposizione a lavorare in rete diano un contributo
fondamentale a un'economia piu' giusta", in cui siano sempre presenti i
"valori etici fondamentali di cui le donne sono portatrici".
La Regione non solo intende continuare a sostenere le aspirazioni
all'imprenditorialita' manifestate dalle donne toscane ma si fa portavoce
delle difficolta'incontrate soprattutto nell'accesso al credito e nella
diffusione di informazioni utili. L'assessore Geloni ha ricordato strumenti
finanziari come la Fidi Toscana e Artigiancredito che gestiscono le
principali leggi regionali e statali di aiuto alle imprese e che costituiscono,
anche rispetto ad altre regioni, un motivo di vanto per l'efficienza e la
tempestivita' del loro funzionamento.
Fra le iniziative gia' operative c'è il programma di iniziativa regionale sviluppo dell'imprenditoria femminile (Pir) che prevede una serie di interventi a favore delle donne che desiderano indirizzarsi verso il lavoro autonomo. Fra i punti qualificanti del programma, l'attuazione dell'articolo 12 della legge nazionale per l'imprenditoria femminile, che prevede la creazione di una rete regionale di informazione, formazione e assistenza tecnica cui si affiancano interventi di integrazione di quelli statali.
L'obiettivo di fondo del programma e' quello di promuovere da parte delle finanziarie regionali e degli istituti di credito misure ed agevolazioni ad hoc. Esempio: la proposta di aumentare a 45 anni, per le donne, l'eta' di applicazione della legge regionale per l'imprenditoria giovanile, uno degli strumenti che negli ultimi cinque anni ha meglio funzionato quanto a creazione di posti di lavoro e nuove imprese. Da gennaio partira' anche il piano di comunicazione con l'apertura di sportelli "rosa" sul territorio, di uno sportello telematico e la diffusione di informazioni tramite i media.
Qualche dato su occupazione e imprenditoria
Gli ultimi dati Istat (1998) mostrano, per la prima volta dopo anni, un lieve
aumento dell'occupazione feminile in Toscana, facendo registrare un +0,5
per il lavoro dipendente e un significativo + 3,8 nel lavoro autonomo.
Oltre il 70,9 % delle donneoccupate lavora nei servizi.
Il tasso di disoccupazione (12,8%) resta tuttavia di gran lunga superiore a
quello maschile (5%).
Delle 565 domande presentate negli ultimi due anni per accedere ai
benefici della legge nazionale 215/92 per l'imprenditoria femminile, solo
60 sono state accolte e finanziate.
Restano ancora 505 domande senza
risposta. Alle evidenti difficolta' e lentezze della legge nazionale (oggi in
fase di revizione) la Regione sopperisce inserendo nelle sue iniziative (e' il
caso di quelle gestite da Artigiancredito) clausole specifiche che danno la
priorita' alle beneficiarie non finanziate per mancanza di fondi.
In Toscana resta alta, infatti, la propensione delle donne a mettersi in
proprio. La legge per l'imprenditoria giovanile ad esempio (che contiene
speciali clausole a favore delle aspiranti imprenditrici) ha visto negli ultimi
due anni 486 domande di imprese "in rosa", di cui 439 hanno avuto il
finanziamento.
Delle 2.553 domande presentate alla Fidi negli ultimi cinque anni le imprese erano costitute per oltre la meta' da donne: 2.970 soci femmine, contro 5.089 soci maschi.