Non è un mistero per nessuno che da alcuni anni operi in Italia un centro per la preparazione universitaria. Analogamente non è un mistero per nessuno che l'elevato successo raggiunto dalla struttura sia la conferma di una domanda sempre più crescente di un aiuto integrativo da parte degli studenti universitari per preparare gli esami. Quello che rimane, invece, un mistero sono le mancate mancate controproposte al fenomeno fornite dai vari atenei, ed in particolare da quello di Firenze. La struttura in questione, infatti, presente nel nostro capoluogo da almeno 5 anni, chiede un compenso che si aggira intorno ai 9-10 milioni per aiutare uno studente a preparare tre esami, a fronte dei 2 milioni richiesti dall'università per l'iscrizione.
Viene, perciò, spontaneo chiedersi per quale motivo l'azienda università non abbia approntato un proprio servizio di tutoraggio per recuperare parte di quella cifra destinata da molti studenti a questa azienda parauniversitaria. Evidentemente il concetto di autonomia, di imprenditorialità, di managerialità si ferma di fronte alle nuove responsabilità imposte dalla didattica e di fronte alla possibilità di pensare a nuove forme di lavoro a favore dei giovani studiosi, che potrebbero essere produttivamente impiegati in questo servizio.