Entro il 31 ottobre 1077 comuni italiani potranno chiedere al ministero dell'Ambiente il Riconoscimento di "Città sostenibile delle bambine e dei bambini" e ottenere un premio di 200 milioni. Ci auguriamo che il Comune di Firenze rinunci a partecipare al premio. Tutte le mattine è possibile constatare come in città non viga più uno dei fondamenti della democrazia: il diritto all'istruzione e l'obbligo scolastico, almeno non per tutti. E' ormai facile imbattersi in bambini Rom, o Sinti che, agli incroci stradali, chiedono l'elemosina con cartelli che gridano "Ho fame", o che lavano i vetri nell'indifferenza generale, non solo dei passanti, ma sopratutto degli amministratori, a cui talvolta per constatare il misfatto, basterebbe affacciarsi alla finestra del proprio ufficio pubblico.
In questa capitale dell'ipocrisia si tacciano facilmente di razzismo gli abitanti dei quartieri dormitorio esasperati dalla microcriminalità, ma i piccoli insediamenti per i 1.000 nomadi fiorentini che si progettano con legge regionale, continueranno ad essere dislocati proprio nelle zone più disagiate di Firenze. Ci permettiamo di consigliare all'assessore regionale alle politiche sociali, Simone Siliani, una soluzione esemplare. Anziché destinare gli insediamenti Rom nei quartieri poveri li collochi anche nei quartieri ricchi, ad esempio sulla collina di Fiesole, o lungo il viale dei Colli.
Rivolgendosi ad una popolazione istruita e tollerante eviterà di scontrarsi con quei poveracci della periferia che, come scriveva Vamba nel "Giornalino di Gianburrasca" sono proprio degli stupidi ignoranti.