Sul tema Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito: "L'epidemia veneziana -molto in linea con alcuni Sindaci che non volevano far partecipare ai concorsi pubblici altri che non fossero cittadini doc dello stesso Comune- si sta diffondendo. E gia' Firenze si fa avanti. Le voci su Roma circolano (anche perche' le orde del Giubileo sono alle porte). E sicuramente un pensierino ce lo stanno facendo in tanti.
Il privilegio di essere nati e vissuti a Venezia, o Firenze o Roma, oggi e' casuale, ma non escludiamo che domani potra' essere comprato: si tratta di un vero e proprio investimento economico, perche' se per un veneziano fare la pipi' costa due lire, non e' altrettanto per chi va a visitare la citta' lagunare; e pipi' dopo pipi', aggiunta ad altri privilegi … sai che risparmi.
E che dire di coloro che -toscani- possono liberamente ispirarsi ai paesaggi che tanto contribuirono alle arti e alla cultura rinascimentale, mentre tutti gli altri dovrebbero pagare fior di quattrini? Sono come quelli che hanno avuto la fortuna di nascere tra i nuraghi della Sardegna, che, ogni volta che vengono in continente, pagano molto meno di quei ricchi e insudicianti turisti che assediano la loro isola eterna.
E' quanto gia' succede a chi dalla Danimarca sta per imbarcarsi su un volo che va in Groenlandia: nonostante la prenotazione e il pagamento gia' effettuato, se arriva un residente ….. via, giù dall'aereo ad aspettare il prossimo non si sa dopo quanti giorni. Tutte situazioni in cui si sputa su chi porta denaro e ricchezza economica.
Se qualcuno vuole usare l'esempio dell'essere in Europa … il suo provincialismo e' appagato: Venezia e' in Europa, cosi' come Firenze e la Toscana, e una schiera di aspiranti che si ingrossa sempre più.
La situazione sta degenerando, e diventa molto grave, essenzialmente da un punto di vista di diritti economici.
L'economia italiana sta con molta fatica liberandosi dai monopoli, dai privilegi, dai diritti eterni e di posizione che espellono i non-privilegiati, ma con questi provvedimenti fa dei bruschi passi indietro. La ricchezza per divenire tale ha bisogno di libertà di movimento e di norme contro ogni forma di privilegio, a maggior ragione se sono privilegi di posizione. L'economia si modella intorno a questa libertà, ed ogni volta che il meccanismo domanda/offerta si blocca per un privilegio, non ne risente solo il committente e l'utente coinvolti, ma tutto il meccanismo: non sviluppando ricchezza, questa economia si adatta al sistema che ha di fronte, e produce si' ricchezza, ma non diffusa e accessibile nei metodi a chiunque, ma solo a chi e' riuscito a concertare con il dispensatore di privilegi.
E' chiaro che qui stiamo parlando non di assenza di regole, ma dell'assurdità economica e costituzionale di regole basate su posizioni di rendita.
Nel frattempo stiamo raccogliendo tutti i dati del genere che riguardano le citta' italiane, per presentare un dossier alla magistratura, ipotizzando la violazione dei piu' elementari principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge".