A fronte delle violazioni di legge riscontrate, la Regione ha adottato i provvedimenti necessari per recuperare i contributi concessi alla societa' Capo Stella. Lo scrive il presidente Chiti, rispondendo a una lettera del consigliere comunale Giuliano Fedeli.
Nei mesi scorsi la polizia giudiziaria ha verificato inadempienze della proprietà del Phalesia rispetto agli obblighi derivanti dalla concessione di contributi pubblici a favore della struttura alberghiera, erogati dalla Regione nel giugno 1994.
Dall'accertamento è risultato che la struttura era stata destinata in parte a residenza sociale assistita, riducendo la capacita' ricettiva alberghiera da 108 a 74 camere, violando le disposizioni che regolavano l'erogazione del contributo e che prevedevano il divieto dell'alienazione per i sette anni successivi alla realizzazione degli investimenti e il vincolo di destinazione d'uso.
A Fedeli Chiti ricorda che: "La societa' proprietaria aveva ottenuto contributi anche dal Ministero dell'industria, direzione delle miniere, in violazione della normativa che vietava espressamente il cumulo dei contributi in oggetto con altre agevolazioni pubbliche".
Di qui l'iniziativa della Regione di avviare "un procedimento amministrativo di revoca del contributo concesso nel 1994 alla società Capo Stella" per recuperare le somme erogate, gravate degli interessi maturati: un procedimento, ricorda Chiti, "che si e' concluso con il decreto dirigenziale n. 4341 del 12 luglio scorso." Chiti aggiunge che dal Ministero del tesoro e' pervenuta segnalazione dell'avvio di un analogo procedimetno da parte del Ministero dell'industria per la revoca e il recupero del contributo statale.
Per quanto riguarda infine la realizzazione della Rsa, Chiti ricorda a Fedeli che questa "fu prevista nell'ambito della variante al piano particolareggiato delle aree portuali, con contestuale variante al Prg di Piombino adottata dal consiglio comunale il 22 agosto 1997, successivamente alla concessione del contributo, e trasmessa per conoscenza alla Regione allegando la prevista certificazione attestante che l'aumento della dotazione di standard urbanistici rientrava tra le ipotesi previste dall'art.
40 della legge urbanistica regionale, di esclusiva competenza regionale".