Cosi' l'assessore all'agricoltura della Regione Toscana Moreno Periccioli giudica la proposta di riordino dell'Unione nazionale per l'incremento delle razze equine su cui nei giorni scorsi la Conferenza Stato Regioni ha espresso parere favorevole.
"Finalmente -prosegue l'assessore- anche in questo settore viene attuato un forte decentramento di compiti e funzioni che permettera' di costruire una vera politica regionale del settore, in grado di attivare energie sin qui immobilizzate da una gestione troppo centralista".
La proposta di riforma attribuisce alle Regioni compiti di promozione per lo sviluppo dell'ippica e dell'ippicoltura, azioni per la ricerca e lo sviluppo dei servizi veterinari, per la formazione e la qualificazione degli addetti, interventi per la lotta al lavoro nero e irregolare e per la creazione e la qualificazione dei centri di allevamento e degli impianti da corsa.
Inoltre attribuisce alle Regioni la possibilita' di costituire distretti ippici attraverso i quali dare a tutte le iniziative in questo settore un carattere di sistema e prevede che il 20 per cento dei proventi Unire vengano destinati alle Regioni al fine di poter attuare le proprie competenze.
"Questa nuova impostazione di tutto il settore dell'ippica -sono parole di Periccioli- non può che produrre effetti positivi per la Toscana, terra nella quale il cavallo costituisce una presenza forte e radicata e in cui il mondo dell'ippica dispone di professionalita' forti e affermate".
Il peso specifico della nostra regione in questo settore è elevatissimo.
In Toscana ci sono 9 dei 42 ippodromi italiani dove si tengono il 14 per cento delle corse che si svolgono in Italia, con il 22 per cento del pubblico totale (pari a cinquecentomila spettatori annui). E questa partecipazione si evidenzia anche considerando i dati sulle scommesse: in Toscana si raccoglie il 34 per cento del volume totale, e nelle 57 agenzie ippiche presenti si raccolgono oltre 500 miliardi annui di scommesse (su un totale nazionale di 3mila).
Numerosi sono poi i fantini (20 per cento del totale), e gli allevatori (il 14 per cento).
L'esperienza toscana è ricchissima nel settore dello sport, come in quello del tempo libero, con strutture, centri ippici, ippovie, strutture di ricerca. Ed egualmente ricco e' l'indotto: dalle industrie mangimistiche a quelle farmaceutiche, da quelle dell'abbigliamento a quelle delle attrezzature, dalla rete di distribuzione specializzata a quella dei servizi sanitari per equini. In Toscana si ritrovano esperienze di formazione professionale nei mestieri del cavallo forse uniche in Italia, per consistenza e qualita' innovative.
"Complessivamente -conclude Periccioli- la nostra regione rappresenta almeno il 20 per cento del'ippica e dell'ippicoltura nazionali.
Numeri che dimostrano un valore complessivo e una forza che devono essere sfruttati al massimo, per contribuire a rilanciare l'intero settore".