1.500 imprese ammesse per circa 2.600 domande presentate da parte di aziende toscane. E' questo il risultato della prima applicazione, in Toscana, di tre leggi nazionali (la 140/97, la 341/95, la 266/97) varate per favorire gli investimenti delle piccole e medie imprese. I bandi per le richieste di accesso ai benefici sono stati chiusi nelle scorse settimane.
Risultato: un'accoglienza entusiastica per questi tre strumenti che offrono un modello innovativo negli aiuti alle imprese e che, dall'anno prossimo, verranno gestiti direttamente dalla Regione in base alle deleghe conferitele dalla Bassanini.
"La forte propensione delle imprese toscane a investire e' la spia di una ripresa produttiva gia' in atto -ha detto l'assessore regionale alle attività economiche, Michele Ventura, nel corso di una conferenza stampa- che richiede soltanto strumenti normativi semplici in grado di liberare risorse oggi drenate dal carico fiscale.
L'eccellente risultato dell'applicazione di queste leggi nazionali in Toscana dallo scorso novembre ad oggi ci consiglia a prendere in esame la possibilita' di introdurre un meccanismo analogo nella legislazione regionale: un bonus fiscale, concordato con il Ministero delle finanze, per cui il finanziamento regionale andrebbe direttamente a liberare le imprese dal pagamento di quote di imposizione fiscale".
Questa novita', che Ventura ha presentato come un'ipotesi personale nata sull'onda dell'eccellente risultato delle tre leggi, potrebbe partire dal 1 gennaio del 2000 per le incentivazioni comunitarie alle aree inserite nell'obiettivo 2, ma anche per tutto il territorio regionale, grazie all'istituzione del Fondo unico regionale.
Le tre leggi rientrano fra gli incentivi cosiddetti automatici, che prevedono meccanismi di accesso piu' semplici, trasparenti e veloci, una standardizzazione del processo (che utilizza fra l'altro moduli prefissati), ridotti adempimenti a carico dell'imprenditore.
Caratteristica comune ai tre provvedimenti, il fatto di agire tramite bonus fiscali. Le agevolazioni previste cioe', si concretizzano in sconti fiscali per gli imprenditori che ne fanno richiesta. Non si tratta quindi di un'erogazione di contributi pubblici, ma di un'agevolazione che viene "scalata" dal conto fiscale di un'impresa.
Le domande, come si e' detto, sono semplici da compilare e il decreto di accredito arriva in tempi rapidissimi, di solito meno di un mese. Il bonus puo' essere utilizzato anche in piu' soluzioni per pagare le imposte che affluiscono sul conto fiscale delle imprese, incluse quelle per il sostituto d'imposta.
E' evidente come questa massima agilita' favorisce particolarmente le imprese toscane che spesso hanno dimensioni finanziarie ridotte.
Ma la novita' di questi strumenti non si esaurisce qui.
Il successo riportato da questa prima applicazione e che vede la Toscana collocarsi fra le regioni italiane che meglio hanno saputo sfruttare questa opportunita' di sviluppo del proprio tessuto produttivo (accanto a Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna), e' particolarmente significativo anche in vista del decentramento di funzioni previsto dalla Bassanini. A partire dall'anno prossimo, infatti, queste risorse andranno a confluire nel Fondo unico regionale per l'industria, che sara' gestito direttamente dalla Regione sulla base del decentramento previsto dalla Bassanini.
Un cenno particolare, infine, al contenuto delle tre leggi.
Se la 341 si applica nelle aree obiettivo 2 e 5b (aree depresse), la legge 266 e la 140 coprono l'intero territorio regionale. La 140, in particolare, prevede agevolazioni per le attivita' di ricerca e sviluppo. Un aspetto decisamente importante, visto che su questo fronte anche la Toscana si gioca il futuro della sua economia.