E' questo l'effetto per la Toscana del regolamento comunitario 1627, sulla base del quale il consiglio regionale ha approvato all'unanimita' il programma regionale dei reimpianti, distribuendo la quota assegnata fra 25 aree a denominazione di origine. "L'iniziativa comunitaria -ha commentato l'assessore all'agricoltura Moreno Periccioli- pur di entità modesta rispetto alle esigenze complessive del settore offre comunque una risposta preziosa a un bisogno assai sentito di rinnovo e riqualificazione dei vigneti.
Si tratta insomma di una piccola boccata d'ossigeno, che permettera' di incrementare la produzione in una fase di autentico boom del settore. Cercheremo di dare una risposta alle richieste della più grande Doc toscana e italiana, quella del Chianti, la cui situazione non sarebbe stata affrontata adeguatamente da questo provvedimento, data l'esiguita' degli ettari disponibili". Un intervento piu' cospicuo per offrire nuovo vigore alla superficie vitivinicola toscana (in tutto 65mila ettari) sarà offerto a breve scadenza dalla riforma dell'Organizzazione comune del mercato, che entrerà in vigore a partire dall'agosto del 2000.
Con la riforma dell'Ocm, gli ettari di reimpianti a disposizione dell'Italia saranno 13mila e una quota parte consistente sara' destinata alla Toscana.