"Il decreto sulle fondazioni bancarie approvato dal governo recepisce le proposte che erano state avanzate dalle Regioni, in un documento approvato dalla Conferenza dei presidenti, volte a collegare ancor più le fondazioni al territorio di riferimento. E' un provvedimento positivo per modernizzare il sistema bancario. Appare pertanto una mera difesa degli attuali assetti l'aspra contestazione promossa dai vertici delle fondazioni toscane nei confronti del decreto, in particolare per quanto concerne l'apertura degli organi a qualificate rappresentanze del territorio -dichiara il presidente della Regione, Vannino Chiti, in merito alla polemica sulle fondazioni bancarie, che vedrà domani a Firenze un nuovo atto con la riunione convocata dal presidente Carmi- E' una contestazione di retroguardia in contraddizione con le esigenze di cambiamento che oggi si impongono per il sistema bancario nel suo complesso, tanto più preoccupante perché conferisce una connotazione conservatrice alle fondazioni operanti in Toscana, differenziandosi ad esempio da quelle della Lombardia che già prima del decreto del governo si sono aperte alle rappresentanze istituzionali ed economiche del territorio.
Nella loro proposta le Regioni evidenziarono che il patrimonio delle fondazioni, accumulato negli anni con l'attività delle banche, appartiene alle comunità locali di riferimento degli istituti. E in tal senso è importante anche che sia favorito negli istituti lo sviluppo dell'azionariato diffuso. Appare in ogni caso anacronistico che le stesse fondazioni siano governate da membri cooptati a vita, che solo marginalmente possono rappresentare gli interessi del territorio, nelle sue diverse articolazioni, istituzionali, economiche, culturale, sociali, nelle istanze dell'associazionismo e del no profit.
Spero che nei vertici delle fondazioni toscane possa superarsi questa logica della difesa ad oltranza dell'esistente e prevalga invece un atteggiamento di apertura alle necessarie innovazioni, attraverso un confronto con le istituzioni e le organizzazioni economiche e sociali per la definizione delle modifiche statutarie che dovranno attuarsi".