Quali strade puo' percorrere, dopo aver scontato la pena, per accedere al mercato del lavoro? Quale ruolo possono svolgere nel reinserimento realta' come le agenzie per il lavoro interinale e le cooperative sociali? E' consentito avviare un'attività autonoma, ad esempio di carattere artigianale? E' a domande come queste che risponde il vademecum per l'orientamento al lavoro dei detenuti che e' stato predisposto dalla Cgil Toscana e dall'associazione culturale Container, nell'ambito delle attivita' del Punto informazione lavoro detenuti, centro che da quattro anni svolge un'intensa attività, estesa alla maggior parte delle strutture carcerarie presenti nella nostra regione, attraverso le varie Camere del lavoro e tramite i rapporti con la rete del volontariato: solo l'anno scorso gli utenti sono stati 170 (108 detenuti e 62 in misura alternativa o a fine pena), di cui 56 stranieri, per servizi quali l'iscrizione al collocamento e l'avvio al lavoro, il rilascio della tessera sanitaria, il riconoscimento dell'indennità di disoccupazione o della qualifica.
Il vademecum e' stato presentato in una conferenza stampa a Palazzo Bastogi, alla quale hanno partecipato Simone Siliani, assessore alle politiche sociali, Fabrizia Paloscia, dell'associazione Container, e Giuliano Lastrucci, del dipartimento politiche sociali della Cgil.
Con testi disponibili anche in inglese e in arabo e informazioni particolareggiate - non mancano ad esempio consigli su come scrivere i curriculum o presentarsi ad un colloquio di lavoro - la guida intende dare risposte concrete all'esigenza di reinserimento dei detenuti, ma anche di informazione e sensibilizzazione su diritti spesso poco conosciuti o ignorati.
Con una particolare attenzione a tutti quei meccanismi burocratici e a quelle norme contraddittorie o poco definite che possono rappresentare ostacoli particolarmente gravi frapposti ai detenuti, ma anche a tutte quelle novità legislative che recentemente hanno profondamente modificato il quadro dei servizi all'impiego.
"Il senso ultimo di questa guida - spiega l'assessore alle politiche sociali, Simone Siliani - e' quello di tentare di gettare un ponte di normalità tra due mondi incomunicanti come il carcere e la società.
Tutto questo in una logica diversa da quella con cui e' stato concepito e gestito il carcere, a dispetto di altissimi valori costituzionali che lo vorrebbero luogo nel quale si attiva un percorso di rieducazione".
La questione dell'orientamento e del reinserimento lavorativo trova da tempo sensibile anche la Regione, in un impegno che oggi puo' contare su una sponda ulteriore, ovvero la legge 52/1998 relativa ai servizi per l'impiego. Normativa, appunto, che fra i compiti della Regione individua quello di favorire l'occupazione degli ex detenuti e di tutti i soggetti del disagio sociale.
"Anche questi cittadini - spiega Siliani - esattamente come tutti gli altri, potranno cosi' accedere a quel complesso di strumenti che la legge istituisce al fine di far incontrare domanda e offerta di lavoro".
Così pure, nell'ambito della commissione regionale per i problemi della devianza e della criminalità, che e' di prossima costituzione e sarà composta da Regione, ministero di grazia e giustizia ed enti locali, sarà possibile mettere a punto un piano di interventi specifico.