Salvare la memoria storica delle stragi nazifasciste in Toscana: questo il tema e l'obiettivo del progetto elaborato dalla Giunta regionale e presentato oggi ai rappresentanti di una cinquantina di Comuni toscani e degli istituti storici per la Resistenza dagli assessori Mauro Ginanneschi e Franco Cazzola. L'iniziativa, come ha spiegato l'assessore alla presidenza Mauro Ginanneschi, trova le sue motivazioni nella recente apertura di archivi finora inaccessibili, nell'esigenza di definire con precisione circostanze, contesti e responsabilità, nell'importanza di ricostruire un quadro storico per i tragici avvenimenti che sono alla radice della nostra vita civile e, soprattutto, nella necessita' di iniziative di divulgazione nei confronti delle giovani generazioni.
Solo così sarà possibile sottrarre questa parte importante della nostra storia alla ritualità delle annuali ricorrenze e all'oblio. E che si tratti di una parte importante della nostra storia lo dicono le cifre.
"Nel periodo del passaggio del fronte - ha ricordato Ginanneschi- la Toscana e' stata testimone di 269 eccidi con circa 4500 vittime civili".
Fra questi, solo per citare i piu' tristemente noti, le stragi di Sant'Anna di Stazzema e di Guardistallo, che cancellarono interi paesi.
Il progetto della Regione si propone un approccio multidisciplinare al problema, intrecciando due tipi di risorse: da un lato la ricerca storica, basata su fonti e metodi rigorosi, dall'altro la ricerca locale, basata anche sulla tradizione orale e piu' legata alla realta' territoriale e antropologica. Tutto questo faciliterà l'opera di divulgazione, che e' l'altro aspetto fondamentale del progetto e che prevede la creazione di archivi anche sonori e visivi, di banche dati e l'avvio di una rete informativa, anche attraverso un apposito sito Internet.
Il progetto, che dovrà essere definito insieme ai Comuni e alle istituzioni che hanno dato la propria adesione (ad oggi una cinquantina di Comuni), prevede la creazione di un comitato promotore costituito da Regione ed enti locali, di un coordinamento degli Istituti per la Resistenza e di un comitato scientifico composto da storici, antropologi ed esperti di comunicazione.
"La Toscana non parte da zero - ha detto l'assessore alla cultura Franco Cazzola- perché esiste già a livello locale un patrimonio ricco e variegato di dati e documentazione storica.
Questo progetto servirà a socializzare le conoscenze e a farle diventare patrimonio collettivo. E' il modo con cui la Toscana si prepara ad entrare nel nuovo millennio, cercando di portarvi valori di civiltà che mettano al bando violenza e stragi".