Per rispondere ad una domanda di nicchia che nel 2000 rappresentera' tra l' 8 ed il 10 per cento di tutto il mercato alimentare europeo. Questo lo scopo della legge sulla denominazione di origine dei prodotti agricoli votata oggi dal consiglio regionale della Toscana con l' astensione delle opposizioni. La Regione Toscana registrera' un marchio che verra' concesso in uso a chi si impegnera' a rispettare determinati criteri produttivi, finalizzati alla riduzione dell' impiego di fitofarmaci e concimi, e di sottoporsi a controlli da parte di societa' di certificazione.
Con questa legge la Regione Toscana e' riuscita in qualche modo a superare il divieto imposto dalla normativa europea sulla promozione di prodotti agro-alimentari tipici locali, pur dando informazione sull' origine toscana dei prodotti nella etichetta che ne garantisce l' origine da agricoltura intecrata, cioe' con uso limitato di fitofarmaci e concimi. ''Ci abbiamo studiato per molto tempo - ha detto l' assessore regionale all' agricoltura Moreno Periccioli -, ma alla fine abbiamo trovato la formula giusta''.''In teoria - ha spiegato Periccioli -, la Regione Toscana non potrebbe negare la propria etichetta ad un prodotto agricole del Trentino se ottenuto secondo i criteri da noi indicati e se sottoposto ai controlli richiesti, ma questo e' ben difficile che accada''.
I prodotti toscani ottenuti secondo criteri di produzione rispettosi dell' ambiente avranno percio' una etichetta del tipo di quelle gia' esistenti in Francia e Germania (Guteziechen e Label Rouge), ma ci sara' anche scritto che tale riconoscimento viene dato dalla Regione Toscana, informando cosi' in maniera indiretta il consumatore sull' origine geografica del prodotto. In Toscana le aziende agricole che seguono criteri di produzione eco-compatibile, che cioe' limitano al massimo l' impiego di fitofarmaci e concimi, sono 13.486 per 234.000 ettari di superficie coltivata.
Per la riconversione dal sistema di coltivazione tradizionale a quello integrato hanno ottenuto dall' Unione europea, attraverso la Regione Toscana, 112 miliardi e 730 milioni di lire. Le aziende che invece adottano criteri di coltivazione biologica - sottoposti ad una normativa diversa - sono in Toscana 597 per 18.000 ettari di superficie coltivata ed hanno ottenuto un contributo europeo di sette miliardi e 800 milioni.