1.000 assemblee in 1.000 aziende nelle prossime settimane per arrivare alla manifestazione regionale per la sicurezza del 19 marzo a Lucca (con corteo per le vie cittadine e comizio conclusivo), dove nel mese scorso ci sono stati altri 3 morti in fabbrica. E' la parola d'ordine dei segretari dei sindacati regionali, Franco Martini (CGIL), Aldo Fognani (UIL) e Sergio Betti (CISL), che afferma: "La questione della sicurezza dovrà conquistare il primo posto nelle vertenze per i contratti di secondo livello".
Negli ultimi 3 anni in toscana i morti sul lavoro sono stati 182, con 70.000 infortuni denunciati ogni anno. Detengono il triste primato: il settore delle costruzioni, il settore delle cave, quello dei trasporti, dei servizi, dell'agricoltura, della metallurgia e cartario-cartotecnico. Le cause più frequenti sono le inadempienze da parte delle aziende, il lavoro nero e la pratica del sub-appalto. Il nostro paese vanta un sistema di norme sulla sicurezza tra i più avanzati, ma esso viene spesso disatteso dalle aziende, che, ad esempio, si dotano di piani per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro (a norma del decreto legge 626), ma poi no li attuano.
La carenza di controlli è fattore determinante. Il 5% della spesa sanitaria regionale è destinato alla prevenzione soltanto sulla carta. I sindacati chiedono un'iniziativa della Regione per istituire una rete di coordinamento effettivo tra i soggetti preposti alla vigilanza, dotandoli di strumenti logistici e di personale adeguato su base provinciale. Nella erogazione a qualsiasi titolo di incentivi alle aziende, va poi inserito tra i criteri il pieno rispetto delle norme sulla sicurezza, individuando inoltre forme di sostegno alla contrattazione di secondo livello nelle aziende toscane.