"Il credito immobiliare medio si colloca a 5,8% con un tasso considerato usurario quando oltrepassa la soglia dell'8,7% -interviene il presidente nazionale dell'Aduc, il fiorentino Vincenzo Donvito- Sicuramente un adeguamento che va incontro al mercato, ma che non soddisfa le esigenze dei consumatori, sempre più vessati da istituti creditizi che scalpitano per adeguarsi. Infatti chi ha un mutuo contratto prima dell'entrata in vigore di questi livelli, con tassi decisamente usurai, se richiede la contrattazione deve procedere ad un esborso di denaro, tra penali e saldo, sicché finisce per continuare a pagare il mutuo al vecchio tasso.
L'aggiornamento dei tassi usurai mostra qui tutta la sua debolezza, perché non basta enunciare che i nuovi tassi sono questi, ma bisognerebbe predisporre norme che consentano a tutti i risparmiatori di poterne usufruire, altrimenti si creano cittadini di seria A (i nuovi mutuatari) e cittadini di serie B (i vecchi mutuatari). Saprà il Governo far fronte a questo discrimine, e approvare norme che impongano alle banche, comunque, la ritrattazione del credito? Per il tasso del credito finalizzato all'acquisto rateale, il nuovo indice ritiene usuraio, per i crediti fino a 2,5 milioni, il 41,2%.
E non e' un refuso! La forma di credito più diffusa viene elargita a percentuali da capogiro. Questa sarebbe una politica di favoreggiamento dell'accesso al credito? Oltre ai bla bla Sull'Euro, e sui suoi presunti vantaggi, il risparmiatore medio italiano avrà la speranza per un 1999 in cui il credito non serva solo a far guadagnare gli istituti di credito?".