Ormai è certo: gli ecoterroristi hanno avvelenato soltanto 2 panettoni. Non si tratta più di un crimine di massa, ma piuttosto di procurato allarme, di un reato propagandistico, di un'azione politica. Ancora per qualche giorno Firenze, dove i panettoni al topicida sono stati recapitati, rimarrà al centro di un dibattito di levatura internazionale: la polemica sui pericoli dell'uso dell'ingegneria transgenica da parte dell'industria alimentare. Ancora per qualche giorno i consumatori fiorentini si domanderanno cosa le multinazionali ci inducono a mangiare, bere, respirare; e forse si chiederanno quale rapporto perverso può stabilirsi tra gli organi di informazione e soggetti che possono investire in pubblicità e comunicazione migliaia di miliardi di lire (il mercato degli spot televisivi da solo vale ogni anno circa 4.000 miliardi, cifra di poco inferiore al fatturato italiano della Nestlé).
Interrogativi che sopravviveranno ancora per qualche giorno. Poi i giornali torneranno a gridare che i mali di Firenze sono altri: sono le zingarelle che ci chiedono l'elemosina, magari proprio sotto quel tabellone luminoso, su cui leggiamo distrattamente ogni mattina del nostro stato di avvelenamento da benzene e piombo.