E' quella del teatro di marionette che la Compagnia Colla preserva, con orgoglioso rispetto della tradizione dal 1835. Una specificità che si fa più straordinaria oggi, nell'era dello spettacolo omologato dalla televisione. E che è fatta dalla fantasia con cui la famiglia milanese riesce ad animare ogni sera 200 "pezzi di legno". Fino a domenica prossima la Compagnia Colla è al Teatro della Pergola con "Sheherazade" e "Petruschka", liberi adattamenti dalle opere messe in musica da Rimskij-Korsakov e Stravinsky.
Splendida in particolare la favola di Petruschka, storia di una marionetta che vive immortale nel rito del teatro ad ogni levarsi del sipario: teatro (le marionettine della favola) nel teatro (il castelletto dei Colla) nel teatro (il boccascena della Pergola). Certo la sfida non è facile. La specificità delle marionette può anche diventare un ghetto, il limite di un teatro per bambini. Per valicare questa soglia i Colla si confrontano con il teatro per adulti, addirittura col balletto. E tuttavia negli ultimi 150 anni il pubblico teatrale è cambiato.
Non si appaga più dell'imitazione della realtà: la conosce bene attraverso il cinema, i cartoon, la grafica computerizzata. Le marionette non devono allora assomigliare agli uomini, ma fare quelle cose che agli uomini non sono consentite, almeno a teatro. Il palcoscenico è per l'attore uno spazio che ha profondità, ma è piano. Le marionette invece in scena possono nuotare, volare, navigare, trasformarsi in animali, o mostri che in teatro non si sono mai veduti. Le marionette non sono più solo umane, ma superumane.