"La candidatura di Antonio Di Pietro ho tutto il diritto di considerarla un risultato positivo eimportante -afferma Massimo D'Alema nel libro, fresco di stampa, intitolato La GrandeOccasione- Lo scalpore suscitato dalla notizia della candidatura di Di Pietro si e tradotto inobiezioni di opportunita, metodo e sostanza. Critiche che non ho condiviso, in primo luogoperche non ho condiviso la premessa dalla quale muovevano. Antonio Di Pietro e stato unmagistrato capace e coraggioso che si e assunto le proprie responsabilita e ha contribuito,in quella veste, a migliorare il nostro Paese.
Conclusa quella esperienza e divenuto unprotagonista della vita pubblica, un soggetto politico depositario della fiducia e della stima dimilioni di italiani. Ho sempre ritenuto che fosse un bene per la democrazia sciogliere ogniambiguita da sentimenti popolari cosi diffusi -aggiunge D'Alema nel suo libro curato daGianni Cuperlo- Il problema quindi, era di capire se quella vasta area di consenso di cuigodeva Di Pietro fosse disponibile a mobilitarsi contro la rinascita di un sistema politicodemocratico, come alcuni auspicavano, oppure potesse essere coinvolta nella costruzionedi una democrazia piu matura e di una nuova classe dirigente.
In altri termini si trattava dicapire se avrebbero prevalso i sostenitori dell''antipolitica o quelli di un solido ancoraggio alParlamento e alle Istituzioni. La candidatura di Di Pietro ha dato una risposta chiara edinequivoca a questo problema".