"Il Centrosinistra ha accentuato la sua attenzione verso l'area moderata e, candidando DiPietro al Senato, ha compiuto una classica operazione trasformistica, all'italiana -affermaFausto Bertinotti a Montecitorio conversando con i giornalisti- La verita e che il segretario delPDS punta solo al consenso, a tutti i costi, con una sorta di indifferenza verso i programmi egli uomini che li possono attuare. E' chiaro che Di Pietro rappresenta una accelerazionesulle tracce dei risultati presidenzialisti della Bicamerale.
Se poi D'Alema voleva rendereinnocua una mina vagante, io dico: se fuori c'e' una mina, uno non se la porta in casa... Nonmi pare proprio una bella idea. Ancora non abbiamo fatto un scelta, posso solo dire chepuntiamo ad una soluzione forte che abbia il consenso locale e una forte connotazionenazionale. Potrebbe essere un candidato del posto, ma sorretto da un arco di forze ampie epersonalita nazionali, oppure un candidato di segno nazionale, ma gradito nella zona dove sivotera. Faremo una scelta leggibile.
Io in lista? Assolutamente no: sarebbe sbagliato perchesono troppo identificato con il partito. Noi vogliamo chi sia in grado di disvelare l'errore chel'Ulivo ha fatto nel candidare Di Pietro, che riesca ad entrare nelle contraddizioni del PDS".