Il generale Giuseppe Santovito, capo dei servizi militari negli anni settanta, ha dichiarato alla Commissione che Gelli godeva della massima fiducia delle strutture di sicurezza statunitensi. E l'ex editore Angelo Rizzoli ha ben sintetizzato ai commissari l'intreccio politico: "La P2 ha intuito, in un momento di grande crisi politica e finanziaria, che esisteva un potere economico e finanziario che non poteva sopravvivere senza le elargizioni e le concessioni del potere politico e viceversa. Da una parte cioe c'erano costruttori, industriali, finanzieri e banchieri e dall'altra un sistema politico e partitico cosi complesso e frammentato da aver continuamente bisogno del danaro che gli veniva dal sistema finanziario.
Aver collegato queste due realta e stata, secondo me, la trovata e la ragione del potere di Gelli".Lunedi 21 settembre 1987, dopo sei anni di latitanza in Sud America, Gelli si consegna al Palazzo di giustizia di Ginevra. Il 7 febbraio 1988 le autorita elvetiche concedono l'estradizione e Gelli viene rinchiuso nel carcere di Parma il 17 febbraio, per essere rimesso in liberta il 20 aprile a causa di problemi cardiaci.