'Giovanni Stradano. Le più strane e belle invenzioni del mondo'

Presentato il catalogo della mostra

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2024 18:34
'Giovanni Stradano. Le più strane e belle invenzioni del mondo'

È stato presentato al pubblico oggi nella sala degli Elementi il catalogo della mostra “Giovanni Stradano. Le più strane e belle invenzioni del mondo” in corso a Palazzo Vecchio fino al 18 febbraio 2024. Alla presentazione del catalogo, edito da Polistampa (350 pp.), introdotta dalla vicesindaca Alessia Bettini e curata da Cristina Acidini e da Bruce Edelstein, hanno partecipato i direttori scientifici della mostra Carlo Francini, Valentina Zucchi e la curatrice Alessandra Baroni. Il volume presenta i saggi introduttivi dei tre studiosi sull'artista, seguiti da testi specifici di Samir Boumediene, Fausto Barbagli, Clara Bargellini, Elisabetta Baldanzi e Alessandro Farini, per poi aprirsi all'analisi di tutte le opere in mostra grazie alle schede. Tutto il libro presenta un ricco apparato iconografico, che permette di apprezzare l'opera del fiammingo in modo chiaro ed esaustivo.

“Una mostra che ha acceso i riflettori su Giovanni Stradano per riconnettere i cittadini ad uno degli artefici della grandiosità di Palazzo Vecchio - ha detto la vicesindaca e assessora alla cultura Alessia Bettini -, e che oggi viene racchiusa in un catalogo di grande interesse. Un’occasione per stabilire un dialogo proficuo e innovativo, armonioso e suggestivo tra le opere in mostra e gli affreschi del palazzo, anche nell'ambito del progetto sviluppato dall'Ufficio comunale Patrimonio mondiale e rapporti con Unesco per valorizzare le ricorrenze e i centenari come elemento di identità, apertura ed integrazione".

La figura di Giovanni Stradano, nome di battesimo Jan van der Straet (1523-1605), è stata di fondamentale importanza per la definizione e lo sviluppo della politica artistica e culturale promossa da Cosimo I de' Medici, segnando in forma chiara la decorazione pittorica del palazzo ducale, oggi Palazzo Vecchio, e la manifattura degli arazzi destinati agli stessi ambienti e alle altre residenze medicee. Il suo stile intrinsecamente fiammingo, permeato delle novità fiorentine, si pone fra i contributi più originali nel panorama cittadino della seconda metà del Cinquecento, rendendolo fra i protagonisti di maggior rilievo della comunità fiamminga a Firenze e in Toscana

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