Stormi di storni in crescita a Firenze

Il volatile sta nell'elenco delle 100 specie animali invasive più dannose al mondo

Nicola
Nicola Novelli
11 febbraio 2024 19:47
Stormi di storni in crescita a Firenze

E' un effetto dei cambiamenti climatici, in questo caldissimo inverno 2024, ma a Firenze sembriamo ancora non rendercene conto. Da settimane ormai gli stormi di storni si possono contare a diverse centinaia di individui ciascuno. Trascorrono l'intera giornata nei campi agricoli fuori città alla ricerca di cibo, prediligendo in particolare le olive non raccolte nei tanti oliveti abbandonati sulle colline fiorentine.

La sera i gruppi si dirigono verso i "dormitori", costituiti da alberi in piazze e giardini, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori, oppure sorvolano i tetti, creando disegni nel cielo, le così dette murmuration, perché queste straordinarie evoluzioni di gruppo, servono a disorientare il loro predatore (falchi e rapaci) e curiosamente ricordano le strategie difensive dei banchi di pesci.

Lo storno è considerato un uccello nocivo per le coltivazioni di frutta e olive e per le semine, perché grandi stormi di questi volatili possono distruggere interi raccolti. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato come le feci di storno, presenti in grosse quantità nei centri urbani (soprattutto sotto gli alberi scelti come dormitori), possano favorire la diffusione di alcune malattie micetiche, protozoarie, virali, parassitarie e batteriche.

Ciononostante, in Italia e in molti paesi europei, lo storno è un uccello protetto. Per quale motivo a Firenze non sono ancora in corso piani di controllo per limitare il numero di questi volatili soprattutto in area urbana?

Lo storno effettua spesso più di una covata all'anno, per lo più tre. La femmina depone 4-9 uova azzurre che cova insieme con il partner per un paio di settimane. Dopo una ventina di giorni dalla nascita, i giovani storni abbandonano il nido. A primavera dunque la sovrappopolazione degli storni favorita dalla calda stagione invernale potrebbe diventare un grave problema di igiene pubblica.

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